Scuola: gli scienziati hanno calcolato inevitabile effetto collaterale della pandemia (e della DAD) sull’apprendimento dei bambini

Secondo una recente ricerca la pandemia ha avuto un ruolo significativo nel compromettere l’apprendimento di moltissimi bambini, accentuando sempre di più anche le disuguaglianza sociali

Durante la pandemia, i bambini in età scolare hanno perso un terzo di quello che avrebbero imparato in un normale anno scolastico, questo è il risultato di uno studio pubblicato su Human Nature Behaviour.

In particolare, il documento ha rivelato che l’apprendimento della matematica è stato particolarmente colpito, così come i bambini provenienti da contesti sociali svantaggiati.

Il motivo? Per gli studiosi la pandemia ha esacerbato le disuguaglianze educative tra bambini di diversi contesti socio-economici, che erano già ampie prima della pandemia.

L’autore principale dello studio, il dott. Bastian Betthäuser, membro associato del Dipartimento di politica sociale e intervento (DSPI) di Oxford, ha sottolineato:

Molte persone speravano che, dopo che bambini, insegnanti e genitori avessero avuto il tempo di adeguarsi alle restrizioni imposte durante la pandemia, i bambini sarebbero stati in grado di recuperare l’apprendimento perduto, ma non è stato così.

Secondo lo studio, la pandemia ha anche rafforzato la disuguaglianza nell’apprendimento a livello globale. Infatti, i bambini nei paesi più poveri hanno perso più insegnamenti rispetto ai loro coetanei nei paesi più ricchi.

Lo studio vuole sollecitare un’azione politica per affrontare le battute d’arresto nell’apprendimento dei bambini. Il dott. Betthäuser ha affermato:

Alcuni paesi hanno già investito risorse sostanziali in tali politiche, ma abbiamo bisogno di ulteriori prove per comprenderne l’efficacia. Se queste politiche si dimostreranno efficaci, e se i paesi continueranno a investire in esse, la pandemia potrebbe essere una finestra di opportunità per migliorare l’istruzione che forniamo ai nostri figli e ridurre la disuguaglianza educativa.

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Fonte: Nature Human Behaviour

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