Ogni quando dovresti buttare e sostituire la biancheria intima?

È davvero necessario sostituire la biancheria intima due volte all’anno? Come possiamo prenderci cura della nostra lingerie e allungarne la vita?

In questi giorni si è diffuso sui social un video che suggerisce di sostituire la biancheria intima ogni sei mesi, ma è davvero necessario buttar via tutto il nostro set di slip, boxer e reggiseni due volte all’anno? Cerchiamo di capire quanto c’è di vero in questo suggerimento.

Quando sostituire la lingerie?

In realtà, questo limite temporale dei sei mesi è del tutto arbitrario. Come assicurano anche gli esperti, basta lavare la biancheria intima come il resto dei nostri capi d’abbigliamento per liberarci di batteri e agenti patogeni che vanno a diretto contatto con le nostre parti intime.

A meno che non ci siano infezioni batteriche o fungine in corso, possiamo lavare l’intimo in lavatrice insieme al resto del bucato – anche a basse temperature, senza timore che questo possa rappresentare una minaccia per la nostra salute.

Al contrario, se sono in atto infezioni (come ad esempio la candida, la cistite o la vaginosi), sarebbe opportuno lavare la biancheria intima ad alte temperature (30°C/40°C) – magari separandola dagli altri capi o dalla biancheria delle altre persone che vivono con noi, per limitare al minimo la diffusione di agenti patogeni.

Tuttavia, anche la presenza di un’infezione non impone di buttare mutande o boxer: basta lavare questi capi con più attenzione fino a che il problema di salute non sarà risolto.

La lingerie va sostituita quando inizia a non essere più aderente al nostro corpo, quando gli elastici in vita si smollano e non garantiscono la corretta protezione, o ancora quando notiamo delle macchie che non riusciamo a togliere con il normale lavaggio. In questi casi, meglio acquistare dei nuovi capi di biancheria intima.

5 consigli per scegliere la biancheria intima

  1. Quando acquistiamo la biancheria, prediligiamo cotone e altri tessuti naturali: i tessuti sintetici che si trovano nella maggior parte dell’intimo – come elastan, poliestere e nylon – non fanno traspirare la pelle e possono provocare allergie e irritazioni.
  2. Evitiamo anche decorazioni cariche di pizzi e merletti, poiché anche queste sono realizzate a partire da materiali plastici. Pur non essendo a diretto contatto con la pelle delle parti intime, rilasciano microplastiche inquinanti ogni volta che vengono lavate.
  3. Preferiamo intimo bianco a quello colorato o con fantasie molto vistose: i coloranti presenti sul tessuto potrebbero creare allergie e irritazioni alla pelle delle parti intime.
  4. Scegliamo biancheria intima comoda e adatta alla nostra taglia: elastici troppo stretti sulla pelle, oltre a essere fastidiosi da sopportare, possono creare irritazioni e rossori.
  5. Per essere certi di stare acquistando biancheria intima sostenibile, oltre che sicura per la nostra salute, affidiamoci a brand che si occupano di produrre questi capi d’abbigliamento partendo da cotone biologico, utilizzando tinte naturali e proponendo packaging riciclabili.

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