La storia del cane milionario Gunther, che avrebbe ereditato 400 milioni di dollari, è diventata una docu-serie, disponibile su Netflix dal primo febbraio. Nei quattro episodi viene mostrato il lusso sfrenato in cui ha vissuto il pastore tedesco, i suoi eredi e chi gravita attorno a loro. Non mancano però colpi di scena e vicende non del tutto chiare.
Sta facendo discutere in rete l’ultima docu-serie di Netflix, uscita lo scorso primo febbraio. I milioni di Gunther – Il cane più ricco del mondo racconta infatti la bizzarra storia di un pastore tedesco, di nome Gunther, che ha ereditato un patrimonio enorme dalla sua padrona: 400 milioni di dollari tra immobili e contanti.
La sua storia – iniziata nel 1991 – è legata a doppio filo con quella della contessa tedesca Carlotta Von Liebenstein che, dopo aver tragicamente perso il suo unico figlio suicida, pare abbia cambiato il suo testamento lasciando tutto ciò che aveva al suo cane Gunther.
C’è anche molta Italia in questa vicenda, dato che la contessa ha scelto come tutore dell’animale l’imprenditore Maurizio Mian, molto amico di suo figlio. I fatti sono comunque avvolti nel mistero, dato che non è chiaro se corrispondano effettivamente al vero e se i soldi siano “arrivati” a Gunther davvero tramite eredità.
Gunther è stato una gallina dalle uova d’oro per coprire le attività di personaggi loschi?
Ciò che è certo è che il pastore tedesco era ricco, ricchissimo, ed era proprietario anche di molti beni di lusso tra cui una villa appartenuta anche a Madonna, uno yacht e diverse proprietà in Italia. Come si può vedere anche nel trailer che vi lasciamo in calce all’articolo, Gunther è stato anche protagonista di strani esperimenti sociali.
Ragazzi di bell’aspetto (uno dei requisiti per candidarsi) furono ad esempio pagati profumatamente per non far altro che vivere con lui nella sua stessa villa, seppur sorvegliati 24 ore su 24, in una sorta di Geordie Show parecchio inquietante.
Non mancano nemmeno episodi borderline, tra cui quelli che hanno visto coinvolto lo stesso Mian. In passato ha infatti usato i suoi cani (tutti chiamati Gunther) come prestanome per fare investimenti nelle società sportive, di fatto dando vita ad una delle frodi fiscali più grandi degli ultimi decenni.
Molti sono arrivati a pensare che si sia inventato tutta la storia di Gunther e dei milioni lasciati al cagnolone per giustificare le sue attività fraudolente. Anche nel documentario Netflix si lascia intendere più o meno velatamente come Gunther sia diventato una sorta di “gallina dalle uova d’oro” in cui tanti hanno fatto di tutto pur di stargli accanto e godere del suo benessere.
La docu-serie ha lasciato allibiti gli spettatori
Proprio per far luce su questi aspetti controversi e parecchio assurdi della vicenda di Gunther è nata la docu-serie in quattro episodi di Aurelien Leturgie ed Emelie Dumay. Attraverso interviste e retroscena, si cerca di capire cos’è veramente accaduto, addentrandosi in un mondo folle e ricco di eccessi a dir poco discutibili.
Ciò che ne è esce è un quadro spiazzante che ha lasciato molti utenti allibiti. C’è chi ha giurato: “Non ho mai visto una storia così bizzarra in tutta la mia vita”. O ancora: “Sono assolutamente scioccato e incredulo di come funzioni questo Pianeta”.
Un terzo spettatore ha asserito: “Nessuno può prepararti ai colpi di scena de I milioni di Gunther. Sono così confuso!”. Alcuni si sono fatti qualche domanda: “Ma come si fa a lasciare milioni a un cane? Com’è possibile che sia legale? Come si fa a diventare il responsabile del fondo fiduciario di un cane? Un cane?”.
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