Come accorgersi se tuo figlio è vittima di bullismo: i 12 segnali da non ignorare

Purtroppo il bullismo e il cyberbullismo sono fenomeni in continua crescita (i numeri relativi al caso italiano sono allarmanti!), ma per chi ne è vittima parlarne con gli adulti è tutt'altro che facile. Cosa può fare, quindi, un genitore per scoprire se il proprio figlio sta soffrendo a causa dei bulli e come spingerlo a raccontare il dramma che sta vivendo? Approfondiamo la questione in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo

Insulti martellanti per il proprio aspetto fisico o l’orientamento sessuale, minacce, “scherzi” crudeli, percosse. Il bullismo ha tante sfaccettature ed è un fenomeno che fa tanta paura ai nostri giovani, ma nella maggior parte dei casi questi preferiscono sopportare e soffocare nel silenzio la loro grande sofferenza invece di rivolgersi agli adulti per chiedere aiuto. I numeri relativi al bullismo e al cyberbullismo in Italia sono drammatici: circa un adolescente su due ne è vittima, come emerge dall’Osservatorio indifesa 2022-23 realizzato dalla Ong Terre des Hommes, insieme a OneDay e alla community di ScuolaZoo.

Fra questi il 47,7%  è stato preso di mira dai bulli per l’aspetto fisico; il 7% per l’etnia, il 5% per l’orientamento sessuale; il 3,5% per la condizione economica; il 3,3% per la fede religiosa; l’1,9 per l’identità di genere e, infine, l’1,3% per la propria disabilità. In gran parte dei casi questa violenza fisica e psicologica viene perpetrata nei confronti degli stessi compagni di scuola, con effetti molto pesanti.

Gli effetti di questo tipo di violenza tra pari generano perdita di autostima e di fiducia negli altri nel 38% dei rispondenti, oltre a isolamento e allontanamento dal resto dei coetanei (21%). – si legge nel report – Il 21% nota un peggioramento del rendimento scolastico o addirittura il rifiuto della scuola. Il 19% tra ragazzi e ragazze dice di aver sofferto di ansia sociale e attacchi di panico, e tra gli effetti subiti dalle vittime di bullismo ci sono anche disturbi alimentari (12%) depressione (11%) e autolesionismo (8%).

Eppure, nonostante l’allarmante portata del fenomeno, raramente i casi di bullismo e cyberbullismo vengono a galla. Infatti, solo il 5% degli adolescenti si rivolge ad un adulto o a uno sportello se assiste a episodi di violenza.

E sia che ne siano vittime o meno, il 31,5% dei ragazzi e delle ragazze non parla con nessuno di bullismo e cyberbullismo: il 24% affronta la questione con amici, il 21% con la mamma (mentre solo il 3% ne parlerebbe col papà!); e appena il 6% ne discute con gli insegnanti; infine, solo l’1,42% ne parla con lo psicologo a scuola.

I segnali da non sottovalutare per capire se tuo figlio è vittima di bullismo

Come abbiamo detto, i nostri ragazzi – frenati dalla vergogna – spesso tendono a chiudere nel proprio silenzio e a non raccontare apertamente di essere stati presi di mira dai bulli. Oggi, per via di Internet, i rischi di essere esposti a questo reato si sono moltiplicati. Per un genitore non è sempre facile riuscire a parlare apertamente con il proprio figlio adolescente e capire se è vittima di bullismo. Cosa può fare, dunque, una mamma e/o un papà per scoprirlo? Esiste tutta una serie di comportamenti da non sottovalutare e che dovrebbero insospettirci.

A illustrarli è la guida “A prova di bullo” realizzata da ENABLE – European network against bullying in learning and leisure environments. Ecco di quali si tratta:

  • Segnali esterni:
    • Ematomi o contusioni di dubbia provenienza
    • Oggetti personali inspiegabilmente rotti o scomparsi
  • Segnali fisiologici:
    • Carenza di energie
    • Problemi legati al sonno
    • Modifica delle abitudini alimentari
  • Segnali comportamentali:
    • Controllo ossessivo dei propri dispositivi elettronici (telefono cellulare,
    computer, tablet) sui quali trascorre più tempo del solito
    • Tendenza ad essere introverso
    • Aggressività espressa a casa e fuori casa
  • Segnali legati alla scuola:
    • Calo improvviso del rendimento scolastico
    • Riluttanza nel descrivere la propria giornata, irritandosi a fronte di domande a tal riguardo
    • Rifiuto di andare a scuola (ad esempio adducendo scuse o dicendo di sentirsi poco bene)
    • Calo delle interazioni e nelle uscite con i coetanei

Come affrontare al meglio la questione con i propri ragazzi

Anche se per un genitore la tentazione è forte, tempestare il proprio figlio o la propria figlia di domande non è la strategia vincente. Per fare in modo che gli adoloscenti si aprano è più opportuno, invece, affrontare l’argomento optando per quesiti più generali.

Qualche esempio?

  • Invitate vostro figlio a parlare dei suoi amici e di cosa gli piace di loro.
  • Chiedetegli come va in mensa: con chi si siede/gioca/passa il tempo?
  • Chiedetegli come, a suo parere, i genitori potrebbero aiutare a fermare il bullismo nella scuola
  • Domandategli cosa cambierebbe della propria vita se potesse esprimere un desiderio e perché
  • Mostrategli un video o un programma in cui viene trattata la questione del bullismo e chiedetegli che ne pensa.

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Fonti: Terre des Hommes/ENABLE

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