Tragedia del Cermis: 26 anni fa l’assurda (ed evitabile) strage in Val di Fiemme che brucia ancora come una ferita aperta

Venti vite spezzate in maniera folle e inaccettabile, a causa di un aereo volato - volontariamente - a quota troppo bassa. 26 anni fa si verificava la strage del Cermis, una tragedia dimenticata per la quale nessuno dei responsabili ha mai veramente pagato...

Erano le 15:12 del 3 febbraio 1998 quando l’aereo militare della United States Marine Corps finì per tranciare accidentalmente i cavi della funivia del Cermis, in Val di Fiemme. Su quella cabina si trovavano 20 persone: 19 turisti e un manovratore.

Nessuno di loro sopravvisse a quell’incidente assurdo, provocato non dal caso, ma da un assurdo errore umano. 20 vite brutalmente spezzate a causa dei piloti americani che per divertirsi e riprendere il panorama decisero di volare a una quota molto bassa, violando i regolamenti. Sono trascorsi 25 anni da quella strage, ma il ricordo di quel giorno brucia ancora come una ferita aperta per il Trentino, che nel 1976 era stata teatro di un’altra tragedia simile: il terribile disastro della funivia di Cavalese (sempre nella valle del Cermis) in cui persero la vita 42 persone, a seguito dell’accavallamento di due funi alle quali era attaccata la cabina.

Non si tratta di riaprire vecchie ferite ma di ricordare la scomparsa di persone che erano salite in quest’angolo di Trentino per vivere dei momenti spensierati, di vacanza. – ha ricordato vicepresidente del consiglio regionale, Luca Guglielmi, nel corso di una cerimonia religiosa in ricordo di questi due drammi – Resta il monito per dei comportamenti che hanno avuto conseguenze drammatiche. Si deve lavorare tutti assieme per evitare che si ripetano.

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La dinamica dell’incidente del 1998

A causare quel disastroso incidente il 3 febbraio del 1998 fu l’aereo militare statunitense Grumman EA-6B Prowler, partito dalla base aereonautica di Aviano, in provincia di Pordenone. A bordo del velivolo si trovavano quattro marines che stavano svolgendo una missione d’addestramento.

Era, infatti, il periodo della guerra del Kosovo e la marina militare americana si stava preparando all’offensiva nei Balcani. I piloti, però, quel giorno portarono il Prowler a quota spaventosamente bassa, contravvenendo agli ordini, e l’ala del jet tranciò la fune dell’impianto della funivia del Cermis. Nel giro di qualche attimo si consumò il dramma: la cabinà si schiantò a terrà, cadendo da un’altezza di oltre 108 metri. Quell’incidente, del tutto evitabile, costò la vita al manovratore e a 19 turisti (provenienti da diversi Paesi), giunti in Trentino per sciare e divertirsi.

Prima di abbandonare il velivolo, i piloti hanno avuto la furbizia di distruggere il filmato del registratore di bordo per cancellare ogni traccia.

Solo nel 2012, nel corso di una testimonianza per un documentario del National Geographic il navigatore dell’aereo statunitense, Joseph Schweitzer ammise che, poco prima di far cadere la funivia, il velivolo volava a bassa quota perché stava girando un filmato ricordo delle Alpi per il pilota Richard Ashby il quale, il giorno seguente, sarebbe tornato negli Usa.

Una strage senza giustizia

A distanza di decenni, la vicenda del Cermis fa molto male, specialmente ai familiari delle vittime, che non hanno mai ottenuto giustizia per quanto accaduto. All’epoca dei fatti pubblici ministeri italiani chiesero di processare in Italia i quattro marines dell’equipaggio, ma il giudice per le indagini preliminari di Trento ritenne che, in base alla convenzione di Londra del 19 giugno 1951 sullo status dei militari NATO, la giurisdizione sul caso spettasse agli Usa.

Alla fine i 4 militari che hanno causato la strage sono stati tutti assolti dalle accuse di omicidio colposo e preterintenzionale e il caso fu archiviato come mero incidente. Solo due Marines, che avevano distrutto il nastro video registrato durante il volo, sono stati giudicati colpevoli per aver intralciato la giustizia e rimossi dal servizio. Insomma, oltre il danno e il dolore per le perdite umane, la beffa…

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Fonti: Provincia autonoma di Trento /US Law 

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