Dopo una battaglia lunga anni, arriva la notizia di una delibera che finalmente permetterà anche a chi abita in area Arancione, zona contaminata da anni, di sapere quanto sono avvelenati dai Pfas e iniziare a capire cosa fare per tutelare la propria salute
Fino a pochi giorni fa, erano convinti che non c’era motivo di controllare la salute di chi abita in questi Comuni, sopra una falda inquinata, e avevano negato agli abitanti di 11 Comuni del Vicentino e di uno del Veronese la possibilità di verificare il livello di contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche.
Poi il cambio di rotta grazie alle pressanti richieste delle Mamme No Pfas e altre associazioni, e arriva la delibera: i cittadini potranno rivolgersi a un laboratorio dell’Arpav (non ancora indicato) per prelievi volontari “in regime di compartecipazione della spesa, entro 90 giorni dall’adozione della deliberazione, tempo necessario all’adeguamento dei flussi informativi e alla definizione delle misure organizzative”.
E, udite udite: la tariffa sarebbe di 130 euro, ma il prezzo viene ridotto a 90 euro.
Prima era un diritto “concesso” solo agli abitanti dei 30 Comuni più contaminati, inseriti in zona Rossa. Ma poi, una decina di movimenti che si battono per la salute in Veneto, in particolare nelle tre province di Vicenza, Verona e Padova dove le falde e gli acquedotti sono avvelenati, hanno diffuso il 10 gennaio un durissimo comunicato. “Una Regione in fuga” era il titolo, denuncia delle mancate risposte ai cittadini.
E finalmente la Regione si è mossa e ha annunciato che gli esami si potranno fare anche per i cittadini dei 12 Comuni in Zona Arancione dove l’avvelenamento della falda non ha interessato gli acquedotti pubblici, ma solo i pozzi privati (dei pozzi come veicolo di avvelenamento attraverso l’attività agro-zootecniche e l’ingresso dei Pfas nella filiera alimentare, la Regione è a conoscenza dal 2019, quando fu informata dall’Istituto Superiore di Sanità. Ma questa è un’altra storia).
Questi i Comuni identificati come Area Arancione (la popolazione totale coinvolta arriva a 250mila persone):
- Altavilla Vicentina (VI) – Interessamento parziale del Comune
- Arcugnano (VI) – Interessata una frazione minima del Comune
- Arzignano (VI) – Interessamento parziale del Comune (Confine est)
- Creazzo (VI) – Interessamento parziale del Comune
- Gambellara (VI) – Interessata una frazione minima del Comune
- Montebello Vicentino (VI) – Interessamento parziale del Comune
- Montecchio Maggiore (VI) – Interessamento parziale del Comune
- Monteviale (VI) – Interessata una frazione minima del Comune
- San Bonifacio (VR) – Interessamento parziale del Comune (Locara- Lobia)
- Sovizzo (VI) – Interessamento parziale del Comune
- Trissino (VI) – Interessamento parziale del Comune (Colombara)
- Vicenza – Interessamento parziale del Comune (Vicenza Ovest)
Ora, dunque, la possibilità di “effettuare il dosaggio dei Pfas nel sangue” esiste anche per chi vive in zona Arancione. Peccato lo facciano far pagare caro a cittadini che sappiamo già essere avvelenati, mentre in zona rossa fin da subito lo screening è stato gratuito.
Fonte: Regione Veneto