Marea nera in Perù, altre 3 sanzioni a Repsol: “non ha fatto abbastanza per contenere la fuoriuscita di petrolio”

Le autorità ambientali peruviane hanno annunciato altre multe per quasi 6 milioni di dollari contro il gigante energetico spagnolo Repsol per quella disastrosa fuoriuscita di petrolio che nel 2022 inquinò le spiagge, uccise centinaia di animali e lasciò centinaia di pescatori locali senza lavoro

Ricordate il disastro al largo delle coste di Bahia Blanca de Ventanilla, vicino a Lima, in Perù, dove la nave Mare Dorium, di proprietà della compagnia petrolifera Repsol, riversò in mare più di 10mila barili di greggio?

Ebbene, a distanza di un anno, arrivano al colosso energetico spagnolo altre tre nuove multe per un totale di 5,7 milioni di dollari per “responsabilità amministrativa”, come si legge nella nota dell’Environmental Assessment and Enforcement Agency (OEFA), un’agenzia collegata al Ministero dell’Ambiente peruviano.

Repsol aveva già ricevuto multe per un valore totale di oltre 10 milioni di dollari a ottobre e 1,25 milioni di dollari a luglio per una serie di reati come la diffusione di informazioni false, per non aver fatto abbastanza per contenere o ripulire la fuoriuscita e per non aver identificato delle aree interessate dalla fuoriuscita.

Cos’era accaduto

Il 15 gennaio 2022, quasi 12mila barili di greggio si sono riversati in mare al largo delle coste del Perù in quello che l’ufficio delle Nazioni Unite preuviano ha poi descritto come “il peggior disastro ecologico” nella storia recente del Paese.

Si pensa che più di 700mila persone siano state colpite dalla fuoriuscita con più di 20 spiagge e dozzine di attività commerciali costrette a chiudere, mentre 5mila sarebbero le persone che hanno perso i propri mezzi di sussistenza. La marea nera risultante ha di fatto colpito più di 174 ettari di spiaggia – un’area delle dimensioni di 270 campi da calcio – uccidendo uccelli, leoni marini e pinguini.

Repsol inizialmente accusò la fuoriuscita di onde anomale causate da un’eruzione vulcanica a più di 10mila km di distanza a Tonga, ma quel che è vero è che – secondo un recente rapporto di Oxfam e del Coordinatore nazionale per i diritti umani del Perù – tra il 1991 e il 2021 ci sono state 1.002 fuoriuscite di petrolio nel Paese – 556 nella regione amazzonica e 404 sulla costa.

L’industria petrolifera del Perù è insomma da sempre in conflitto con le comunità locali, tanto che sia Repsol sia altre cinque società devono anche affrontare cause civili per danni per 4,5 miliardi di dollari all’ambiente e alle persone.

Intanto, sul suo sito web, Repsol Perù afferma che la sua raffineria La Pampilla, dove si è verificata la fuoriuscita, aveva firmato accordi di risarcimento con oltre 3.200 famiglie e altre persone colpite, inclusi venditori di gelati e ombrelli e tassisti di motociclette.

Fonte: OEFA

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