La Spagna inizia l’anno con la riduzione (in alcuni casi soppressione) dell’IVA su prodotti alimentari di base. La promessa del Governo è stata mantenuta e l’apertura di negozi e supermercati è avvenuta lo scorso lunedì 2 gennaio senza particolari intoppi
Il 2023 inizia con la riduzione (in alcuni casi soppressione) dell’IVA su prodotti alimentari di base, ma in Spagna: il governo iberico ha mantenuto la promessa e l’apertura di negozi e supermercati è avvenuta lo scorso lunedì 2 gennaio senza particolari intoppi.
L’adeguamento delle etichette dei prodotti è avvenuto in pochi giorni, in quanto il provvedimento è ufficialmente entrato in vigore domenica 1° gennaio 2023 e l’annuncio di Pedro Sánchez è dello scorso martedì 27 dicembre, per cui gli esercizi commerciali hanno avuto meno di una settimana di tempo per le modifiche.
Come riporta l’agenzia di stampa spagnola EFE, viene eliminata l’IVA su una serie di prodotti base a cui prima era applicata l’aliquota ridotta del 4% come pane, farina panificabile, latte, formaggi e uova, oltre alla frutta , verdure, legumi, tuberi e cereali naturali o freschi.
Inoltre, questa tassa è ridotta dal 10 al 5% sulla pasta e sugli oli di oliva e di semi (ma non su carne e pesce) mentre passa dal 10 al 4% per i prodotti di igiene intima femminile-
La misura è stata presa per tendere una mano alle fasce più deboli della popolazione in risposta all’inflazione, che in realtà in Spagna è scesa a dicembre al 5,8%, a causa del calo dei prezzi dell’energia e nonostante l’aumento dei prezzi del tabacco e degli alimenti trasformati.
Per il Governo non basta, tuttavia le modifiche all’IVA approvate sugli alimenti saranno in vigore fino al 30 giugno, ma potranno essere revocate il 1° maggio se il tasso interannuale sottostante a marzo sarà inferiore al 5,5% (lo sgravio fiscale dovrà essere trasferito al consumatore, su cui si è impegnato il settore agroalimentare, compresa la distribuzione).
E in Italia?
Come riporta il ministero dell’Economia e delle Finanze, la nostra Manovra Finanziaria 2023 prevede invece solo la riduzione dell’Iva al 5% per i prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima femminile ma anche l’istituzione di un fondo di 500 milioni di euro destinato alla realizzazione di una ‘Carta Risparmio Spesa’ per redditi fino a 15mila euro gestita dai Comuni e volta all’acquisto di beni di prima necessità (una sorta di “buoni spesa” da utilizzare presso punti vendita che aderiscono all’iniziativa con un’ulteriore proposta di sconto su un paniere di prodotti alimentari).
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Fonte: EFE
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