Qatar 2022: 4mila schiavi a rischio per i lavori della Coppa del Mondo (video)

4000 vite sono a rischio per la Coppa del Mondo 2022, che si svolgerà in Qatar. È questo l'allarme lanciato dall'International Trade Union Congress, organizzazione sindacale transnazionale, che denuncia la morte di 400 lavoratori ogni anno tra i migranti di Nepal e India impiegati nelle opere di costruzione.

4000 vite sono a rischio per la Coppa del Mondo 2022, che si svolgerà in Qatar. È questo l’allarme lanciato dall’International Trade Union Congress, organizzazione sindacale transnazionale, che denuncia la morte di 400 lavoratori ogni anno tra i migranti di Nepal e India impiegati nelle opere di costruzione.

Questi moderni schiavi alloggiano in baracche fatiscenti, in condizioni igieniche pessime, fanno turni massacranti, vengono privati dei loro passaporti e spesso non sono pagati. E muoiono a centinaia nei cantieri per via delle scarse misure di sicurezza. Le cose stanno solo per peggiorare, dal momento che saranno necessari tra 500.000 e un milione di lavoratori aggiuntivi da Nepal, India e altri paesi asiatici e del Sud Africa per le infrastrutture della Coppa del Mondo. È un aumento dell’organico di oltre il 50% e se non ci sarà alcuna riforma salirà immancabilmente anche la percentuale si incidenti mortali.

Più di 4000 lavoratori rischiano di perdere la propria vita nei prossimi sette anni di costruzione degli impianti se non si interviene per dare diritti ai lavoratori migranti. Il numero di morti annuale tra coloro che lavorano nei cantieri potrebbe salire a 600 in un anno – quasi dodici in appena una settimana“, spiega Sharan Burrow, Segretario Generale dell’International Trade Union Confederation.

Gli infortuni mortali in edilizia in Qatar attualmente sono otto volte più alti che in altri paesi ricchi. E il Qatar è il paese con il reddito pro capite più alto del mondo. “Nonostante più di due anni il dialogo con la FIFA e il Qatar, non sono state adottate misure sostanziali per garantire i diritti fondamentali dei lavoratori, sanciti dal diritto internazionale”, continua Burrow.

L’ITUC, allora, incoraggia, con www.rerunthevote.org, i tifosi di calcio a spingere la FIFA a esprimersi con un nuovo voto, affinché venga scelto un luogo per la Coppa del Mondo dove i diritti dei lavoratori siano rispettati. Chiediamolo anche noi.

Roberta Ragni

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