6 sostanze chimiche danneggiano lo sviluppo cerebrale nei bambini

Il cervello è quanto di più prezioso abbiamo. E’ soprattutto nella fase della crescita che questo organo ha la possibilità di svilupparsi al meglio. Gli esperti avvertono però che ci sono 6 sostanze chimiche potenzialmente pericolose per i bambini che aumenterebbero il rischio di disturbi neurologici.

Il cervello è quanto di più prezioso abbiamo. È soprattutto nella fase della crescita che questo organo ha la possibilità di svilupparsi al meglio. Gli esperti avvertono però che ci sono 6 sostanze chimiche potenzialmente pericolose per i bambini che aumenterebbero il rischio della comparsa di disturbi neurologici.

È la prima volta che un ampio gruppo di scienziati, operatori sanitari e ed esperti in molte discipline e settori (tra cui epidemiologia, tossicologia, pediatria, ostetricia e ginecologia) si trova d’accordo su un punto fondamentale: esiste un legame tra alcune sostanze chimiche tossiche e un maggior rischio per i bambini di danni allo sviluppo cerebrale.

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Riuniti insieme nel Progetto Tendr (Targeting Environmental Neuro-Developmental Risks) 48 esperti hanno pubblicato su Environmental Health Perspectives un documento in cui si legge:

“esposizioni diffuse a prodotti chimici tossici presenti nella nostra aria, acqua, cibo, suolo e prodotti di consumo può aumentare i rischi di deterioramento cognitivo, comportamentale o sociale, così come disturbi dello sviluppo neurologico specifici come l’autismo e il deficit di attenzione e iperattività (ADHD)”.

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Ma quali sono i componenti incriminati? Si tratta di sostanze chimiche largamente utilizzate nei prodotti di consumo e che si sono ormai diffuse nell’ambiente. Alcune sono tossine a cui bambini e donne incinte sono regolarmente esposti e che sono state trovate nei corpi di quasi tutti gli americani in indagini nazionali condotte dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie. Si tratta in particolare di:

Organofosfati (OP), pesticidi

Eteri di difenile polibromurato (PBDE), usati come ritardanti di fiamma

– Inquinanti atmosferici di combustione che includono idrocarburi policiclici aromatici (IPA), il biossido di azoto e particolato

Piombo, con fonti primarie nei tubi di acqua e vernice

Mercurio

I policlorobifenili (PCB), sostanze chimiche industriali che vengono comunemente utilizzate nelle apparecchiature elettriche ed ora inquinano discariche e acqua

Il gruppo chiede un’azione immediata per ridurre in modo significativo l’esposizione a queste sostanze chimiche tossiche per proteggere lo sviluppo del cervello dei più piccoli. Come sottolineano gli esperti, i disturbi dello sviluppo neurologico sono malattie complesse con molteplici cause (genetiche, sociali e ambientali), quello che si può e si deve fare è però quanto meno eliminare il più possibile l’esposizione agli agenti inquinanti.

Un accordo unanime e storico quello da parte degli esperti. Come ha dichiarato Hertz-Picciotto, co-direttore del progetto Tendr:

“Dieci anni fa questo consenso non sarebbe stato possibile ma la ricerca scientifica è ormai evidente: sostanze chimiche tossiche stanno danneggiando lo sviluppo del cervello dei nostri figli. Come società siamo in grado di eliminare o ridurre significativamente queste esposizioni chimiche tossiche e affrontare l’inadeguata normativa dei sistemi che hanno permesso la loro proliferazione. Questi passaggi possono, a loro volta, ridurre gli alti tassi di disturbi dello sviluppo neurologico”.

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Il progetto e il parere degli scienziati fa riferimento a quanto accade negli Stati Uniti, siamo convinti però che anche il nostro paese, purtroppo non esente da contaminazioni ambientali, potrebbe e dovrebbe fare molto per evitare l’esposizione agli inquinanti atmosferici in particolare a donne incinte e bambini.

Francesca Biagioli

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