Al 47° congresso della Società Italiana di psichiatria alcuni esperti hanno reso noti i risultati di uno studio internazionale che ha messo in luce come una flora intestinale in buona salute sia particolarmente utile anche al cervello e possa essere in grado addirittura di curare la depressione.
In questi ultimi anni è notevolmente aumentata l’attenzione della ricerca scientifica nei confronti di un organo del nostro corpo prima decisamente sottovalutato. Parliamo dell’intestino che attualmente si è guadagnato il soprannome di “secondo cervello” in particolare per le caratteristiche uniche e le potenzialità del microbiota che lo popola, ovvero quei microgranismi che comunemente chiamiamo flora batterica intestinale.
Una novità interessante in questo senso è stata annunciata al 47° congresso della Società Italiana di psichiatria dove gli esperti hanno reso noti i risultati di uno studio internazionale che ha messo in luce come una flora intestinale in buona salute sia particolarmente utile anche al cervello e possa essere in grado addirittura di curare la depressione.
Ad annunciare questi sviluppi è stato il professor John F. Cryan, neuroscienziato della University College Cork (Irlanda) che di fatto ha annunciato la nascita di una nuova disciplina, la psicobiotica che si propone di studiare la correlazione tra microbiota intestinale e problemi mentali.
Ma come mai ci sarebbe questo stretto rapporto tra salute della flora batterica intestinale e cervello? Secondo lo studio ciò sarebbe dovuto al fatto che i batteri presenti nell’intestino per un complesso meccanismo di mediazione immunitario, ormonale e neurale, sintetizzano una serie di molecole che modulano lo sviluppo del cervello a partire dalla vita fetale ma anche successivamente.
Ecco allora che una scoperta come questa potrebbe servire anche a curare alcune malattie psichiche come appunto la depressione.
“Con questa scoperta si aprono possibilità interessantissime e rivoluzionarie dal punto di vista clinico. Parliamo infatti di poter trattare, in un prossimo futuro, i disturbi cerebrali e mentali modificando la flora batterica intestinale. Sembra fantascienza ma è la conseguenza diretta di evidenze scientifiche. Per esempio si può ipotizzare di usare probiotici mirati in funzione antidepressiva. Ma da questa scoperta derivano anche preziose indicazioni per prevenire molti problemi nervosi e mentali. Si pensi che, alla nascita, il microbioma intestinale del neonato viene stabilito dalla flora del canale vaginale della madre con la quale viene a contatto” ha dichiarato il professor Giovanni Biggio, Ordinario di Farmacologia all’università di Cagliari.
Come ha sottolineato Biggio, dunque, è molto importante favorire il più possibile il parto naturale e stare attenti che la flora vaginale delle mamme sia in buona salute per evitare che uno squilibrio nei batteri possa portare conseguenze negative sul cervello e la psiche del neonato. Inoltre bisogna stare molto attenti anche ad utilizzare gli antibiotici dato che, come si sa, distruggono la flora intestinale.
Per chiarire meglio il rapporto tra batteri intestinali e cervello è intervenuto anche Eugenio Aguglia, presidente del comitato scientifico locale del congresso SIP e direttore della Clinica Psichiatrica dell’Università di Catania, che ha spiegato:
“Secondo l’American Psychological Association (APA) i batteri intestinali producono una vasta gamma di sostanze neurochimiche che il cervello utilizza per la regolazione dei processi fisiologici e mentali, compresa la memoria, l’apprendimento e l’umore. Infatti il 95% della fornitura al corpo di serotonina è prodotto dai batteri intestinali”.
Ma c’è di più. Si è visto anche, grazie a uno studio del 2013 condotto da ricercatori della Arizona State University, che c’è una correlazione tra bambini con autismo e scompensi nel microbiota intestinale, nello specifico si è notato che i piccoli malati avevano livelli più bassi di tre tipi di batteri intestinali (Prevotella, Coprococcus e Veillonellaceae) rispetto ai bambini sani. Inoltre i metaboliti (ovvero alcune sostanze prodotte da batteri intestinali) trovati nelle feci dei bambini autistici erano in concentrazioni differenti rispetto a quelli sani.
C’è sicuramente ancora da capire molto sul ruolo dell’intestino sulla salute cerebrale e non, e in futuro potremmo avere nuove sorprese. Nel frattempo cerchiamo di tenere cara la nostra flora batterica mangiando bene e assumendo quando necessario probiotici utili a riequilibrarla.
Francesca Biagioli
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