La melatonina, sostanza che il nostro corpo produce ogni giorno per regolare il ritmo sonno veglia, viene utilizzata come integratore principalmente per i disturbi del sonno ma ha anche interessanti possibilità nel campo dei tumori.
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Tutti noi ogni giorno produciamo melatonina, sostanza secreta principalmente dall’epifisi (ghiandola pineale), essenziale al nostro organismo per fare in modo che possa essere sempre perfettamente regolato sul ciclo sonno-veglia.
La caratteristica fondamentale della melatonina è che essa viene sintetizzata quando c’è buio, ovvero la sera e la notte con un picco tra le 2 e le 4 del mattino, successivamente invece si passa ad una fase decrescente e con l’arrivo della luce ecco che, generalmente, tendiamo a smettere di dormire e ci alziamo.
Non sempre però tutto funziona così regolarmente e il ritmo circadiano buio-luce può essere messo a dura prova, soprattutto in alcune situazioni come il jet-lag dovuto a lunghi viaggi in aereo, turni di lavoro in cui si è costretti a dormire in orari diversi ogni giorno, ecc. Ecco allora che sono nati degli integratori di melatonina che vengono consigliati a chi, per diversi motivi, soffre di disturbi del sonno e che sono estratti da vegetali o animali (questa sostanza infatti è secreta anche da piante, animali e microorganismi).
INTEGRATORI
Come integratore la melatonina viene utilizzata principalmente per i disturbi del sonno, soprattutto per l’insonnia dovuta a cause esterne (differenti fusi orari, turni di lavoro ecc.) ma anche per regolare il ritmo sonno-veglia di chi semplicemente ha difficoltà ad addormentarsi. Questa sostanza infatti, funziona molto bene nella fase iniziale dell’insonnia dato che diminuisce il tempo necessario a prender sonno rallentando le funzioni dell’organismo e conciliando quindi il riposo.
Diversi integratori a base di melatonina si trovano ormai in commercio sia in farmacia che erboristeria sotto forma di compresse, sciroppi, tisane, ecc. e a volte questa sostanza è utilizzata anche insieme ad altre: vitamine, minerali, erbe o piante con funzioni calmanti e concilianti il sonno.
Per quanto riguarda il dosaggio dell’integratore puro di melatonina le cose negli ultimi anni sono un po’ cambiate, non si trovano più in commercio infatti integratori che contengano una dose maggiore ad 1 mg di melatonina (mentre precedentemente si arrivava anche a 3-5 mg). Questo in seguito alle nuove disposizioni del ministero della Salute, sulla scia del Regolamento Ue 432/2012, che ha classificato dosi maggiori di questa sostanza come un vero e proprio farmaco per usi terapeutici.
Il Codacons, dopo la decisione presa dal ministero della Salute, ha chiesto chiarimenti sulla vicenda (mai ottenuti) al ministro Lorenzin: perché se basta 1 mg di melatonina, fino ad oggi i medici consigliavano dosaggi più alti? E se non ci sono effetti collaterali provati, come mai abbassare i dosaggi anche a persone che li avevano sperimentati con ottimi risultati? Visto che il farmaco, ottenuto con questa sostanza naturale, è stato oggetto di brevetto e viene venduto a prezzi molto più alti dei vecchi integratori ad alto dosaggio, sono tanti i dubbi che sono sorti alle associazioni di consumatori e non solo. Fatto sta che ad oggi la situazione è questa.
Gli attuali integratori, quindi, contengono 0,5 o 1 mg di melatonina e sono consigliati secondo i diversi dosaggi a seconda del problema da affrontare (0,5 per il jet-lag, 1 per i disturbi del sonno). È sempre bene prima di assumere un integratore di melatonina chiedere consiglio ad un esperto che vi potrà suggerire il prodotto più indicato alle vostre esigenze e il periodo di tempo necessario per ottenere benefici.
MELATONINA E TUMORI
Ma la melatonina può essere utilizzata solo per i disturbi del sonno? A detta di molti no, e anche la ricerca scientifica negli ultimi anni si sta sempre più interessando a questa sostanza soprattutto per gli effetti benefici che essa potrebbe avere nei confronti dei tumori. Ci sono davvero già molte pubblicazioni in merito sulle quali però la comunità medica ancora non si esprime in maniera chiara (forse si aspettano ulteriori approfondimenti e chiarimenti?).
Ad esempio un recente studio di dicembre 2013 pubblicato su Pub Med ha evidenziato come la melatonina sia in grado di indurre la morte delle cellule cancerogene in diversi tipi di tumori (mammella, gastrointestinali, ematologici, della prostata, renali, ecc …). Anche se ancora non sono ben chiari i meccanismi con i quali si verifica ciò, a detta dei ricercatori, questa sostanza potrebbe essere di sostegno ai farmaci convenzionali o ad altri composti nella cura del cancro.
Un altro interessante studio sugli effetti della melatonina è stato pubblicato su Plos One a gennaio 2014. I ricercatori hanno notato che, sia in vitro che in vivo, questa sostanza è in grado di inibire l’angiogenesi (ovvero lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni) delle cellule cancerose anche nei tumori molto aggressivi.
Non si può poi non citare, parlando di melatonina, Paolo Lissoni, oncologo che ha pubblicato numerosi studi in merito e per essi è stato anche premiato dal National Cancer Institute di Washington. Il dottor Lissoni impiega con risultati stupefacenti alti dosaggi di questa sostanza sui suoi pazienti malati di cancro al San Gerardo di Monza, affiancando la terapia della melatonina alle cure tradizionali.
Ultimo, ma non per importanza, Luigi di Bella che per primo utilizzò nel suo metodo omonimo di trattamento dei tumori la melatonina ad altissimi dosaggi, come si legge sul sito della fondazione: “In compresse da 2 mg in dosaggi di 20 mg o più al giorno. Da ingerire preferibilmente prima del pasto, distribuita uniformemente nel corso della giornata con concentrazione nettamente superiore la sera. Esempio: 2 compresse al mattino, 2 a mezzodì e 6 la sera prima di coricarsi”.
Se vi interessa l’argomento QUI potete leggere un documento sugli effetti antitumorali della melatonina redatto dal professor Di Bella, che condensa un po’ tutti i suoi studi in merito.
MELATONINA E INVECCHIAMENTO
Un altro medico italiano, il dottor Walter Pierpaoli, ha studiato per diversi anni gli effetti della melatonina ed è giunto a conclusioni interessanti rispetto ai benefici che questa sostanza avrebbe contro l’invecchiamento.
L’invecchiamento è un fenomeno naturale che riguarda inevitabilmente ognuno di noi. Come tutti gli altri organi e tessuti del nostro corpo anche la ghiandola pineale è soggetta ad invecchiamento e nel corso del tempo inizia a produrre sempre meno melatonina. Secondo la teoria di Pierpaoli, però, fornendogli dall’esterno questa sostanza, la ghiandola può riposarsi e mantenere energie da spendere per regolare al meglio l’intero sistema ormonale.
A detta del medico, somministrando la giusta quantità di melatonina nel giro di pochi mesi (da 1 a 6) si possono avere notevoli miglioramenti dei parametri metabolici e funzionali alterati come glicemia, colesterolo, pressione alta, ecc. ma anche effetti benefici su menopausa e altri disturbi.
Pierpaoli consiglia però, per godere del massimo dei benefici, di associare alla melatonina lo zinco e il selenio, il primo utile al sistema immunitario per difendersi da virus e batteri, il secondo con effetto antiossidante. In questo modo si riesce a produce il corretto picco melatonico notturno con tutti i vantaggi annessi.
Francesca Biagioli
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