10 storie che fanno ridare fiducia al genere umano

Basta un piccolo gesto per cambiare il mondo, ma c’è chi ha fatto molto di più ed ha deciso di dedicare la propria vita agli altri, spesso rinunciando non soltanto al lusso, ma anche a tutto ciò che noi consideriamo come una normale comodità

Basta un piccolo gesto per cambiare il mondo, ma c’è chi ha fatto molto di più ed ha deciso di dedicare la propria vita agli altri, spesso rinunciando non soltanto al lusso, ma anche a tutto ciò che noi consideriamo una normale comodità.

Ci sono storie che ci ricordano che ognuno di noi è in grado di rendere il mondo un luogo più accogliente, rispettando gli altri, l’ambiente e gli animali ed aiutando chi si trova in condizioni di disagio e di difficoltà. Ecco dieci esempi di storie eroiche e di generosità incondizionata che ci aiutano a sperare in un mondo migliore e che magari ci spingeranno ad agire in prima persona.

Jose Mujica, il presidente che dona ai poveri

Jose Mujica è il presidente dell’Uruguay, diventato famoso per aver donato ai poveri il 90% del suo stipendio statale e per aver permesso ai senzatetto di dormire nella dimora presidenziale. È il presidente più povero del mondo e quello che tutti noi vorremmo avere. Per vivere ha scelto una casetta di campagna molto modesta, dove coltiva l’orto e conduce una vita semplice. Per anni ha combattuto a lungo per l’uguaglianza e la parità. La sua scelta di vita attuale ne è la naturale conseguenza. Il suo esempio è un appello alla sobrietà.

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Dobri Dobrev, il barbone che ha donato 40 mila euro in beneficenza

Dobri Dobrev è un senzatetto che vive in Bulgaria, a Sofia. Dopo aver raccolto 40 mila euro chiedendo ogni giorno l’elemosina, ha deciso di donare l’intera somma in beneficenza. Per vivere si è accontentato della piccola pensione statale da 80 euro e non ha conservato nemmeno un centesimo di quanto raccolto. Il denaro viene destinato a progetti di sostentamento, ad esempio per il pagamento delle bollette di acqua e energia elettrica negli orfanotrofi.

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Joe the Barber: il barbiere che taglia i capelli ai senzatetto in cambio di abbracci

Anthony Cymerys è meglio conosciuto come Joe the Barber. Per beneficenza si occupa da 25 anni di tagliare i capelli ai senzatetto, chiedendo in cambio dei semplici abbracci. Gli abbracci sono gratuiti e permettono alle persone, anche sconosciute, di riavvicinarsi le une alle altre. Ogni mercoledì lo si può incontrare sulle panchine di Bushnell Park, sempre intento a fare del bene e a lavorare gratis per i senzatetto in attesa di un taglio di capelli. Basta un abbraccio e il mondo diventa migliore.

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Il poliziotto che regala stivali caldi al senzatetto scalzo

In poco tempo è diventato un vero e proprio eroe del web. È stato soprannominato “The shoe cop”, il poliziotto delle scarpe. Si tratta di Lawrence Deprimo, un giovane ufficiale di polizia di New York, protagonista di uno scatto fotografico che ha fatto il giro della rete. Il poliziotto è stato immortalato mentre regalava un paio di stivali a un senzatetto scalzo. Il senzatetto era visibilmente sofferente e il poliziotto ha deciso di fermarsi ad acquistare un paio di scarpe e delle calze termiche per aiutarlo ad affrontare le gelide notti di New York.

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La fruttivendola più generosa del mondo

Chen Shu-chu è una fruttivendola di Taiwan che ha deciso di donare il ricavato della propria attività ai più bisognosi. “Il denaro compie il suo scopo solo quando viene usato per chi ne ha bisogno”, ha spiegato la donna, che è proprietaria di un banchetto di frutta al mercato di Taitung. Negli anni è riuscita a donare oltre 322 mila dollari a varie associazioni e enti di beneficenza per il sostengo di bambini in difficoltà e orfanotrofi, e per la costruzione di scuole e biblioteche. La fruttivendola vive senza pretese e senza lussi. Ha risparmiato spendendo i soldi guadagnati soltanto per lo stretto necessario ed ora prosegue a lavorare alzandosi ogni giorno alle 3 del mattino, per poter continuare ad aiutare i più poveri.

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L’uomo che ha salvato più di 500 alberi

Bennie O’Brien è un uomo di Seattle che grazie al proprio spiccato pollice verde ha salvato almeno 500 alberi che rischiavano di essere rasi al suolo, in quanto esemplari indesiderati. Tramite il web è riuscito ad entrare in contatto con coloro che avevano la necessità di sbarazzarsi di un albero, perché diventato troppo grande o per fare spazio a una nuova costruzione. L’uomo dunque accorreva sul posto con un vecchio pick-up e si occupava di trasportarli con cautela per trapiantarli nella sua proprietà.

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Sean Le Vegan, l’uomo che vivrà 35 giorni in un canile

Trascorrere 35 giorni in canile per immedesimarsi nella vita dei cani abbandonati. Ecco il progetto di Sean Le Vegan, un volontario e animalista di Manchester, che dal 5 ottobre trascorrerà oltre un mese in canile per sensibilizzare al tema del randagismo e diffondere una maggiore consapevolezza sulle condizioni di vita dei cani nei canili. Potrà concedersi soltanto un’ora di libertà al giorno. Trascorrerà in canile anche la notte e avrà a disposizione soltanto una razione quotidiana di acqua e cibo e una coperta per ripararsi dal freddo.

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La donna che ha restituito la sabbia della spiaggia rosa di Budelli

Aveva rubato della sabbia dalla spiaggia rosa di Budelli, in Sardegna, ma si è pentita del suo gesto e ha restituito il sacchetto che aveva riempito, accompagnandolo con una lettera. La donna aveva raccolto la sabbia a Budelli 20 anni prima. Con il trascorrere del tempo si è pentita del suo gesto e ha cercato di porre rimedio. La spiaggia è stata purtroppo minacciata dal turismo eccessivo e da comportamenti che ne hanno compromesso la bellezza. Ora il sacchetto di sabbia e la lettera sono custoditi nel museo della Maddalena e sono il simbolo dell’educazione ambientale da impartire ai ragazzi delle scuole che lo visitano.

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L’uomo che piantò da solo una foresta di 550 ettari

Jodav Payeng si è impegnato a restituire agli animali dell’India un habitat adatto alla sopravvivenza. Trent’anni fa piantò dei semi lungo un terreno inaridito, nella speranza di ricreare un ecosistema fertile. Ora quel luogo si è trasformato in una foresta di 550 ettari. Nel 1979 forti inondazioni distrussero le piante e uccisero gli animali. Dovette compiere la propria impresa completamente da solo, poiché nessuno si era dimostrato pronto ad aiutarlo. I suoi sforzi sono stati ricompensati dalla natura stessa.

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L’uomo rimasto a Fukushima per salvare gli animali abbandonati

Keigo Sakamoto, un uomo di 58 anni, ha deciso di rimanere a Fukushima per salvare gli animali abbandonati e per prendersene cura, nonostante gli ordini di allontanamento. Subito dopo il disastro, le autorità non hanno pensato agli animali che venivano abbandonati dai loro padroni che fuggivano dal pericolo delle radiazioni. Sakamoto è un vero e proprio eroe. Ha salvato cani, gatti, polli, conigli e altri animali che i padroni non avevano potuto portare via con sé.

animali fukushima

Marta Albè

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