Lo smog mette in pericolo l'esercito di terracotta, uno dei più importanti ritrovamenti archeologici cinesi, formato da oltre 6000 guerrieri realizzati tramite tecniche scultoree, ognuno munito di corazze in pietra e curato nei minimi dettagli. Ecco un esempio di come lo smog possa costituire un rischio non soltanto per la nostra salute e per l'ambiente, ma anche per il patrimonio storico-artistico dell'umanità.
Lo smog mette in pericolo l’esercito di terracotta, uno dei più importanti ritrovamenti archeologici cinesi, formato da oltre 6000 guerrieri realizzati tramite tecniche scultoree, ognuno munito di corazza in pietra e curato nei minimi dettagli. Ecco un esempio di come lo smog possa costituire un rischio non soltanto per la nostra salute e per l’ambiente, ma anche per il patrimonio storico-artistico dell’umanità.
Le statue dei guerrieri, risalenti al 209 Avanti Cristo, mostrano crepe e trasudamenti provocati dall’inquinamento, un problema che sta interessando in maniere evidente l’intera Cina. Sia a Shanghai che a Pechino i livelli di inquinamento sono giunti a soglie preoccupanti, così come in altre città della Cina, compresa la località di Xian, in cui le statue dell’esercito di terracotta vennero scoperte da parte di un agricoltore negli anni ’70.
Al ritrovamento del primo soldato, seguirono gli scavi archeologici che permisero di portare alla luce migliaia di sculture, rappresentanti non soltanto guerrieri, ma anche centinaia di carrozze e di cavalli realizzati artigianalmente dalle popolazioni che avevano dimorato in Cina nei secoli passati.
Si tratta di un patrimonio artistico dal valore incalcolabile, tuttora tutelato da parte dell’Unesco, che rischia però di andare completamente in frantumi a causa dell’inquinamento. All’interno del mausoleo in cui l’esercito è ospitato non verrebbero infatti poste in essere le misure di protezione necessarie alla sua salvaguardia. L’esercito di terracotta si troverebbe rinchiuso in una sorta di camera a gas, per via di una elevata concentrazione di diossido di solfuro, ossido di azoto, diossido di azoto e ozono. Essi verrebbero diffusi da un impianto termico posto nelle vicinanze e costituirebbero la causa di crepe, trasudazioni e scolorimento delle sculture.
La soluzione al problema potrebbe essere costituita dalla creazione di una “tenda d’aria” al fine di proteggere l’intero esercito di terracotta, secondo quanto proposto da parte di Gu Zhaolin, professore dell’Università Jiaotong di Xian. Essa contribuirebbe a proteggere le statue dal deterioramento provocato dall’aria inquinata. La tenda ad aria potrebbe formare una barriera, simile ad un muro di vetro, e potrebbe impedire al 90% degli agenti inquinanti di intaccare l’esercito di terracotta, preservando l’inestimabile patrimonio archeologico che esso rappresenta.
I pericoli causati dallo smog nei confronti del patrimonio storico-artistico non interessano soltanto la lontana Cina. Per le città d’arte italiane, per i loro antichi edifici e monumenti, lo smog e l’inquinamento rappresentano un pericolo costante. Ricordate Alessandro Ricci e le sue opere d’arte realizzate raccogliendo i depositi di polvere e di smog dai monumenti di Firenze?
Marta Albè