Avatar 2: il sequel colossal 3D a 11.000 metri sotto i mari

Avatar 2 si farà e avrà come luogo principale delle riprese uno scenario, senza ombra di dubbio, altamente suggestivo: la Fossa delle Marianne . James Cameron, infatti, è intenzionato a girare il secondo capitolo del celebre 3D a 11.000 metri giù nel Pacifico.

Avatar 2 si farà e avrà come luogo principale delle riprese uno scenario, senza ombra di dubbio, altamente suggestivo: la Fossa delle Marianne . James Cameron, infatti, è intenzionato a girare il secondo capitolo del celebre 3D a 11.000 metri giù nel Pacifico. Il regista statunitense, a quanto pare, ha commissionato a un’equipe di ingegneri australiani la costruzione di un sommergibile in grado di raggiungere quella profondità. Il progetto, ovviamente, sarà corredato da telecamere 3D che potranno permettere di fare delle riprese, senza precedenti, in uno dei luoghi meno conosciuti dall’uomo.

La Fossa delle Marianne ha avuto una sola volta una visita da parte dell’uomo. Era il 1960, quando un sommergibile chiamato Trieste è riuscito, per solo 20 minuti, a visitare quei fondali. L’equipaggio era formato dallo scienziato svizzero Jacques Piccard e il tenente della marina statunitense Don Walsh e impiegando quasi 5 ore di “viaggio” raggiunsero la parte inferiore del mondo. Nel freddo e nell’oscurità della misteriosa fossa oceanica i due riscontrano la presenza di diverse forme di vita come sogliole, gamberi e passere di mare. A dimostrazione che si può vivere anche a quella straordinaria profondità.

Da allora, però, mai nessuno ebbe capacità, passione e risorse economiche per tornarci. James Cameron, fortunatamente, forte del successo proprio del primo capitolo di questo suo film, ha dalla sua la totalità delle caratteristiche necessarie. Oltretutto non è la prima volta che dai suoi lavori venga fuori questa sua passione per le acque. Basterebbe ricordare, ad esempio, l’undici volte premio Oscar Titanic. Oppure, il suo più datato The Abyss film visionario e dalla trama quanto mai originale. Non a caso si era anche offerto di dare il suo contributo per risolvere la marea nera nel Golfo del Messico.

Il mese scorso, Cameron, per il suo cinquantaseiesimo compleanno ha deciso di regalarsi un particolare dono decidendo di affittare il sommergibile russo Mir-1 e scendendo a più di 1500 metri nel lago Baikal in Siberia; il lago d’acqua dolce più profondo al mondo. Il regista ha poi detto ai giornalisti russi che gli domandarono il perché di questo “vezzo” che la sua principale volontà era quella di richiamare l’attenzione ai problemi dell’inquinamento marino e, proprio per questo motivo, anche la scelta della Fossa delle Marianne appare avere lo stesso tipo di scopo.

I preparativi d’immersione sono previsti in corso d’anno e alcuni degli scienziati australiani, assunti per questa magistrale opera, hanno rilasciato alcune importanti discrezioni: stiamo utilizzando un materiale leggero ma molto resistente composto da carbonio e redatto con tecnologie avanzate molto diverse da quella del Trieste, che era una palla di cannone scavato” – e ancora – “crediamo di aver risolto la maggior parte delle sfide tecnologiche per tornare nella Fossa delle Marianne. Il vero trucco è ora di rendere tali navi più leggere, meno costose e più adatte per il tipo d’impresa.

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Questo sommergibile, secondo alcuni rumors, prevedrebbe una capienza di equipaggio non superiore alle due unità. Proprio come il suo predecessore Trieste, ma al suo contrario con un sistema di riscaldamento molto più performante capace di far durare questa spedizione molto più della manciata di minuti che si riuscì ad ottenere quasi cinquanta anni fa.

La saga di Avatar ha tutte le potenzialità per continuare a stupire per lungo tempo. Fare un altro Avatar, o forse due, non sarà solo un buon affare cinematografico e commerciale, ma anche un bene per l’ambiente. Voglio far uscire un messaggio di protezione verso la nostra terra. Proteggiamola e proteggiamo ciò che abbiamo, rendendo – perché no – questo nostro mondo sempre più ecosostenibile Parola di James Cameron.

Alessandro Ribaldi
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