Shock in Austria: bracconiere uccide tre poliziotti, un infermiere e il suo cane

Cinque morti, tre poliziotti, un infermiere e un cane. E' questo l'agghiacciante bilancio della follia omicida di un bracconiere, che, ad un centinaio di chilometri da Vienna, ha dato vita a una rocambolesca fuga terminata tragicamente con il decesso delle tre vittime, dello stesso omicida, e del suo cane.

Cinque morti, tre poliziotti, un infermiere e un cane. È questo l’agghiacciante bilancio della follia omicida di un bracconiere, che, ad un centinaio di chilometri da Vienna, ha dato vita a una rocambolesca fuga terminata tragicamente con il decesso delle tre vittime, dello stesso omicida, e del suo cane.

A innescare il tutto è una segnalazione, a cui fa seguito un posto di blocco della polizia, che stava già indagando su numerosi casi di bracconaggio. Il bracconiere reagisce nella maniera più violenta e inaspettata: una volta avvistati gli agenti sul suo tragitto, apre il fuoco, colpendo due uomini, e fugge nel bosco. Poco dopo, nascosto tra gli arbusti della zona boschiva nel sudovest della Bassa Austria, spara anche sull’ambulanza giunta per soccorrere i poliziotti, uccidendone l’autista.

Inizia una folle fuga a piedi, nel corso della quale prima colpisce alla testa un terzo poliziotto e poi ne prende in ostaggio un altro. A bordo di un auto della polizia raggiunge la sua fattoria, dove si asseraglia. Gli agenti lo trovano e inizia una vera e propria guerra a colpi di arma da fuoco. Centinaia di poliziotti circondano la proprietà, l’area viene transennata, interviene anche l’esercito. Il portavoce della polizia, John Baumschlager, descrive agli organi di stampa la situazione come “estremamente terribile e altamente esplosiva“.

Alois Huber, 55 anni, resta asseragliato per ore in casa con il suo impressionante arsenale di munizioni e armi. Spara ripetutamente agli agenti che circondano l’abitazione. Per ore le sorti dell’ostaggio sono ignote. Poi il ritrovamento: viene scoperta l’auto di pattuglia rubata. Dentro giace il corpo del poliziotto rapito. È la quarta vittima del bracconiere. Poi, all’improvviso, un solo ultimo colpo e il silenzio. È questo l’ultimo “segno di vita” del sospetto.

La polizia, allora, irrompe nella struttura e rinviene il cadavere di un uomo bruciato. È il bracconiere omicida, che in un bunker nascosto si è dato fuoco prima di essere catturato. Nemmeno il suo cane è sopravvissuto alla giornata di orrore: anche il pastore tedesco è stato trovato morto. L’Austria è sotto shock, i giornali e le tv non parlano d’altro. È il momento di commemorare le vittime e fare un bilancio di ciò che non ha funzionato.

Anche in Italia arrivano i primi commenti sulla vicenda che sta sconvolgendo l’Austria. “Il bracconaggio – spiega Vincenzo D’Adamo, Vice Comandante Nazionale GEZ e Responsabile dei Progetti Internazionali Anpana – è una piaga della società civile troppo spesso sottovalutata. Ormai è lampante che non avviene soltanto in aree remote dell’Africa e dell’Asia a carico di animali quali elefanti, rinoceronti, leoni, tigri o gorilla. I bracconieri li abbiamo dietro casa e l’aspetto preoccupante degli avvenimenti di Vienna è che si trattava di un cacciatore, in possesso di regolare permesso di caccia e porto d’armi. Questo dovrebbe far riflettere tutti, dalle istituzioni che erogano i permessi alle associazioni che come noi si occupano di vigilare affinché la pratica venatoria sia condotta nei limiti e nel rispetto della normativa vigente e della sicurezza delle persone”.

Roberta Ragni

Foto e fonte

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