Mac vs Pc: quale è più green?

A ben vedere, è come scegliere tra il caffè e il the, tra la Roma e la Lazio o, ancora, tra Nadal e Federer: tra il Mac e il PC si alimenta da decenni una di quelle grandi rivalità di fronte alle quali, anche volendo, è impossibile restare equanimi e neutrali. Tanto che tutti noi utilizzatori abituali di computer ci collochiamo, inevitabilmente, da una parte o dall’altra, magari per convinzione, per abitudine o per pigrizia. Ma quale scelta è più sostenibile? Ci avete mai pensato?

A ben vedere, è come scegliere tra il caffè e il the, tra la Roma e la Lazio o, ancora, tra Nadal e Federer: tra il Mac e il PC si alimenta da decenni una di quelle grandi rivalità di fronte alle quali, anche volendo, è impossibile restare equanimi e neutrali. Tanto che tutti noi utilizzatori abituali di computer ci collochiamo, inevitabilmente, da una parte o dall’altra, magari per convinzione, per abitudine o per pigrizia. Ma quale scelta è più sostenibile? Ci avete mai pensato?

In realtà, non è possibile dare una risposta ultima e risolutiva a questa domanda, per i troppi fattori in gioco: l’unica cosa che, da acquirenti e utenti, possiamo fare è seguire con un po’ di attenzione le indagini sulla sostenibilità aziendale e i dati che vengono periodicamente diffusi da riviste, associazioni ed enti. A questo proposito, la maggior parte dei report pubblicati nel corso dell’ultimo anno ha decretato una netta perdita di terreno della pioneristica azienda di Cupertino, che sembrerebbe essere sempre meno green.

Ad esempio, come vi abbiamo segnalato alcune settimane fa, Greenpeace ha recentemente pubblicato How dirty is your data?, un rapporto che prende in considerazione le fonti energetiche attraverso cui le massime realtà dell’Information Technology e del cloud computing alimentano le proprie attività e i propri data center. La panoramica che ne è emersa è piuttosto scoraggiante: se si escludono alcune aziende virtuose, come Yahoo o Google, che privilegiano nettamente le fonti rinnovabili, la maggior parte dei grandi brand fa ancora affidamento sulle fonti fossili, in particolare sul carbone. E tra i meno green spicca proprio la Apple, seguita a stretto giro di posta dal social network per eccellenza, Facebook.

E pensare che dopo la campagna Green My Apple lanciata qualche anno fa proprio dall’associazione arcobaleno, il colosso di Cupertino si era impegnato seriamente a ridurre le proprie emissione e ad utilizzare meteriali meno tossici per i propri prodotti. Negli ultimi mesi però l’azienda di Steve Jobs ha visto crollare le posizioni guadagnate non solo nell’Eco-guida di Greenpeace, ma anche sul fronte di altre classifiche internazionali.

Le cattive notizie per la Apple, infatti, avevano cominciato a circolare già lo scorso autunno, con la pubblicazione, sempre da parte di Greenpeace, della guida dedicata ai Greener Electronics del 2010: in questa classifica, che ha visto confermarsi sul podio i colossi Nokia, Sony Ericsson e Philips, Apple ha perso ben 4 posizioni rispetto al 2009, scivolando dal 5° al 9° posto. Un declassamento dovuto soprattutto alla scarsa trasparenza dell’azienda californiana riguardo alle politiche di sostenibilità intraprese o da intraprendere.

Se i seguaci del Mac saranno certamente un po’ delusi dalle performance dei propri paladini, per i fan del PC giungono invece notizie più rassicuranti: la rivista Newsweek ha infatti recentemente diffuso la classifica delle aziende americane più green del 2010, sancendo il primato di Dell (che aveva fatto notizia per la scelta di commercializzare i propri prodotti in packaging rigorosamente sostenibili), seguita immediatamente dalla HP. Sui gradini più alti del podio salgono quindi due aziende produttrici di personal computer: una piccola vittoria di cui gioire, in attesa che nuovi dati e nuove classifiche diano un rinnovato impulso all’annosa rivalità tra i due schieramenti.

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