Dopo essere stata penalizzata nell'ultima eco-guida di Greenpeace, per non aver tenuto fede agli impegni e alle promesse fatte per l’anno in corso, la Dell inizia a dare segnali concreti sul fronte della sostenibilità lanciando una nuova linea di packaging in bambù per imballare i suoi prodotti.
Dopo essere stata penalizzata nell’ultima eco-guida di Greenpeace, per non aver tenuto fede agli impegni e alle promesse fatte per l’anno in corso, la Dell inizia a dare segnali concreti sul fronte della sostenibilità lanciando una nuova linea di packaging in bambù per imballare i suoi prodotti.
Acquistando infatti un Inspiron™ Mini 10 o un tablet Dell Streak, si potrà scartare una confezione diversa, annunciata negli scorsi mesi ed ora finalmente disponibile sui nuovi prodotti della casa produttrice, realizzata in bambù, una pianta che fa parte del gruppo delle graminacee, di grandi dimensioni, che permette di ottenere un materiale robusto, resistente ed ecologico, ma soprattutto dalle mille applicazioni, dai vestiti agli alimenti, dal parquet alle salviettine imbevute fino alla bioarchitettura.
Oggi – grazie a questa nuova iniziativa della Dell – il bambù diventa un’alternativa al classico imballaggio in plastica o in cartone. In pratica funziona così: la pianta di bambù viene utilizzata per realizzare i cuscinetti che avvolgono i prodotti Dell, che vengono a loro volta inseriti in una scatola bio al 25%.
Il bambù infatti è una pianta molto diffusa, che riesce ad espandersi molto facilmente; può crescere fino a 61 cm al giorno e raggiunge la maturità in un periodo molto più breve rispetto a molte altre piante. Il bambù rappresenta quindi una vera alternativa eco-sostenibile, capace di sostituire tranquillamente polimeri chimici e schiume inquinanti.
Inoltre, è una pianta molto forte, resistente e allo stesso tempo flessibile, la sua fibra quindi è ideale per realizzare imballaggi destinati a sostenere pesi notevoli. Il bambù inoltre favorisce l’humus e il terreno, perché grazie alle sue radici lunghe riesce ad impedire frane ed erosioni.
Verdiana Amorosi
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