Motori di ricerca green ed eco responsabilità sul web: verso l’era di ‘EcoInternet’

I benefici del nero sui meno esili sono conosciuti, snellisce e lo fa con classe, ma già da qualche anno non si limita solo a gambe tornite e maniglie dell'amore, il nero snellisce anche la CO2 e lo fa su internet!

Il programma ENERGY STAR della Comunità europea, dedicato all’efficienza energetica degli apparecchi per l’ufficio, ha riscontrato che il nero conviene. Stessa deduzione per il Rising Phoneix Design, membro della Graphic Alliance, che ha presentato il progetto Blackback Web Theory. Teoria sui vantaggi ambientali dell’uso nei Pc di colori e tonalità a basso wattaggio. Da queste premesse hanno preso il via diversi progetti e programmi sul web. Di seguito vi illustriamo le caratteristiche dei più usati.

Iniziamo con Google.

Il motore di ricerca più famoso al mondo è stato più volte incolpato di una scarsa propensione verso l’ecologia. Fra le altre, la notizia del 12 Gennaio 2009 dove si legge che Google rappresenta un costo per l’ambiente. Alex Wissner-Gross, fisico della Harvard University di Boston, ha stimato che ogni ricerca produce 7 grammi di CO2. Le cause dell’inquinamento da ‘googling’ sono diverse: l’elettricità consumata dal nostro PC, nonché quella impiegata dai server di Google a livello mondiale (nonostante la grande efficienza e gli alti standard energetici della compagnia).

Ma il colosso del web ha dato prova di buone intenzioni e validi progetti come il servizio Custom Search Engine (CSE) che consente ai proprietari di siti web di creare un motore di ricerca personalizzato. Ed è proprio così che è nato BLACKR, un’iniziativa italiana a risparmio energetico.

Il monitor ‘all-black’ si ispira ai risultati di una ricerca statunitense commissionata dall’Environmental Protection Agency, l’Ente di Protezione Ambientale americano, all’Università Berkeley della California. Dallo studio è emerso che la visualizzazione di una pagina bianca rispetto a una nera richiede un consumo energetico maggiore.

Il motore italiano utilizza il servizio Google, garanzia di affidabilità e sicurezza, ma mantiene un’identità distinta rispetto alla compagnia internazionale. Il vantaggio di impostare BLACKR come schermata iniziale per le ricerche on-line è che l’utente può contare sui risultati del miglior motore di ricerca al mondo contribuendo a salvare l’ambiente.

Sulla scia delle innovazioni “filo googliane” passiamo a LifeGaatle, un progetto realizzato da LifeGate in collaborazione con Google. La piattaforma ambientalista nel 2007 ha lanciato una versione a risparmio energetico (100% nera) del motore di ricerca Google, LifeGaatle appunto.

LifeGaatle

La tonalità funerea ma efficace, rispetto al candore di Google, è stata studiata per ridurre il consumo di energia e diminuire così l’impatto ambientale delle ricerche on-line. Il contributo dell’iniziativa, inteso come quantità di CO2 risparmiata, non raggiunge cifre esorbitanti. Il risparmio economico annuale stimato su tutto il pianeta è di soli 200.000 euro.

E infatti LifeGaatle, più che essere un programma ecologico in termini di cifre e dati, è un’importante progetto di Responsabilità Sociale volto a sensibilizzare i ‘Google addicted’ (la maggioranza) sul tema dell’inquinamento informatico.

LifeGate come BLACKR nasce dai risultati della ricerca che l’EPA ha commissionato all’Università Berkeley della California. I dati riportati da LifeGate evidenziano come colori, luminosità, contrasto impostato e quantità di luce generata, siano risultati determinanti per il consumo energetico dei monitor. Da questa prima ricerca è emersa l’efficienza incontrastata dell’LCD rispetto al CRT e il primo, con un secondo studio, è stato indagato nel dettaglio.

I ricercatori di ECOS Consulting, azienda di ingegneria e management ambientale, hanno riscontrato che il bianco rispetto al nero ha un impatto sugli schermi LCD.

Il bianco, infatti, richiede un maggior backlighting, la componente più energivora del monitor. Il nero quindi fa bene e, per fornire una visione globale del fenomeno, LifeGate riporta questi risultati:

  • 250 milioni di ricerche al giorno su Google.
  • Assumendo 15 secondi per ogni ricerca, si ipotizza un totale di circa 1.000.000 di ore al giorno in cui il motore di ricerca è visualizzato sui monitor di tutto il mondo.
  • L’indice di penetrazione sul mercato dei monitor LCD è del 74%.
  • Un display LCD risparmia, visualizzando il nero invece che il bianco, 4 Wh; un display CRT 10 Wh. Il dato aggregato dell’universo monitor è quindi un risparmio medio di 5,5 Wh .
  • Quindi il risparmio globale è di 5.500 megawattora al giorno.
  • È quindi fondato presumere che l’impiego di un motore di ricerca nero farebbe risparmiare 2 milioni di KWh all’anno: in termini economici 200.000 euro all’anno d’energia in meno.

Progetti come LifeGaatle nascono dalla filosofia People Planet Profit di LifeGate. Con le tre P il network propone un ripensamento del rapporto tra profitto ed etica e mette al centro delle sue iniziative i bisogni delle persone, le esigenze del Pianeta e il profitto legato alla sopravvivenza del singolo e della Terra su cui vive.

Sempre seguendo il parametro dell’impatto dei colori e della luminosità Jon Doucette, membro della Jonathan Design, partendo da una stima sul consumo dei monitor della ENERGY STAR, ha elaborato una tabella cromatica sostenibile: EMERGY – C.

Anche se contrastato, il bianco c’è, ma viene usato solo nella scrittura e mai come sfondo.

I colori proposti consumano circa 3 o 4 watt in più rispetto a uno schermo totalmente nero, ma danno la possibilità a blogger e utenti di creare delle pagine più variopinte e accattivanti. Molti blogger attenti alle questioni ambientali li hanno già adottati, un esempio lo statunitense Mark Ontkush uno dei primi sostenitori del risparmio energetico derivante dalle tonalità usate sui pc.

E dai colori passiamo all’impatto zero di Ecocho.

Gestito da un gruppo di appassionati, lo slogan del motore di ricerca australiano è: “Mentre tu cerchi. Noi piantiamo alberi.” E lo fanno veramente!

A verificarlo è Global Carbon Exchange (GCX) un’azienda che, tra i vari servizi offerti, gestisce la riduzione delle emissioni di gas serra per enti e imprese.

Per capire l’efficacia del progetto, parliamo di numeri. Ogni 1000 ricerche eseguite, Ecocho pianta fino a 2 alberi e questa operazione contrasta ben 1 tonnellata di gas serra.

Nella versione bianca il progetto è a impatto neutro sull’anidride carbonica ma se volete fare di più, potete utilizzare Ecocho in nero.

Attualmente gli alberi sono stati piantati in Australia con ottimi risultati. Il prima possibile l’azienda conta di allargare gli interventi di riforestazione in Europa, America e altre parti del mondo contribuendo al benessere di tutti.

Dall’Australia ci spostiamo negli Stati Uniti con un ambizioso progetto di socialnetworking. Si chiama “Ifwerantheworld“, ovvero “Se guidassimo il mondo” ed è una piattaforma dedicata alle cause sociali e orientata alla responsabilizzazione collettiva.

Il progetto, in fase di costruzione, propone un approccio innovativo che sintetizziamo. Eseguito l’accesso, l’utente dovrà rispondere a questa domanda:

Se guidassi il mondo vorrei …” inserendo al posto dei puntini un proposito. Dato l’invio, Ifwerantheworld presenterà un elenco di semplici azioni da poter mettere in atto. Tra queste l’utente sceglierà quella che pensa di poter concretizzare, facendosi carico del buon esito della scelta.

Ogni successo sarà documentato all’intera comunità con un grafico che, allineando i singoli risultati lungo un’asse, darà in ogni istante lo stato dei progressi della collettività rapportandoli al raggiungimento dell’obiettivo finale.

Non solo, ogni membro avrà un profilo personale e pubblico in cui documentare ogni buona azione con fotografie, segnalazioni e video. Una sorta di vetrina del “cittadino civico”.

Madrina del progetto l’esperta di marketing Cindy Gallop che sottolinea il carattere rivoluzionario dell’idea: non un social network sulla falsariga di Facebook ma un progetto orientato all’azione. Così “il Social network dei buoni propositi” sarà uno specchio del comportamento etico collettivo e rifletterà su ciascuno il reale impegno del XXI secolo.

Concludiamo con l’insolita iniziativa di Google riportata dalla redazione e, più precisamente, le 200 capre assunte come giardinieri ecologici.

Per eliminare ogni maldicenza, il motore di ricerca ha deciso di investire nelle capre per la potatura stagionale dei prati ‘reindirizzando’ il suo impegno ecologista dalla rete alla campagna. Dal verde del web al verde naturale il passo sembra sempre più breve e molto dipende e dipenderà dagli utenti.

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