Solar Ear: l’apparecchio acustico ad energia solare

Un'interessante quanto ecologica soluzione ai problemi di udito è stata ideata da Solar Ear, un'azienda con sede in Brasile che realizza protesi acustiche digitali con batterie solari ricaricabili.

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa 278 milioni di persone al mondo sono portatrici di un deficit uditivo moderato o grave. Di queste, la maggior parte, circa l’80%, vive in paesi a medio o a basso reddito. Si calcola inoltre che, nei paesi in via di sviluppo, solo il 2,5% delle persone con problemi di udito possieda una protesi acustica: perché questi supporti sono fondamentali ma anche particolarmente costosi, e non tutti possono permetterseli.

Un’interessante soluzione a questo problema è stata ideata da Solar Ear, un’azienda con sede in Brasile che realizza protesi acustiche digitali con batterie solari ricaricabili. Si tratta di dispositivi non soltanto più economici di quelli tradizionali (il costo di questi “orecchi solari” si aggira intorno ai 100 dollari, contro i 750 dollari e oltre degli apparecchi attualmente in commercio) ma anche ecosostenibili, in quanto evitano lo spreco di batterie.

Già, perché, se le comuni batterie vanno cambiate su base settimanale, le batterie solari realizzate da Solar Ear possono durare dai 2 ai 3 anni: per farle funzionare correttamente, è sufficiente lasciarle in carica una volta a settimana per 6-8 ore. Il loro costo è di appena 1 dollaro e sono utilizzabili su qualsiasi supporto acustico: elementi che possono favorire la loro commercializzazione anche presso le popolazioni più povere o disagiate.

solarear

La Solar Ear nasce da un’intuizione di Howard Weinstein, in collaborazione con una ONG brasiliana, l’Instituto Cefac, con una società di consulenza e con l’Università di San Paolo. Il montaggio della protesi acustiche e dei caricabatteria è effettuato da personale non udente o con deficit uditivo, in modo da coinvolgere la comunità sorda nella vita aziendale ed integrare il più possibile i suoi membri nel mercato del lavoro.

Attualmente, il progetto di Solar Ear viene portato avanti in Brasile, Botswana e Palestina. L’obiettivo per il 2010 è di esportarlo anche in Messico, Cina, India e Canada. Dato che il concetto su cui l’azienda si fonda è soprattutto umanitario e non mira ad incrementare i profitti, la tecnologia di Solar Ear non è stata brevettata, così da essere disponibile in modo gratuito a chiunque la voglia replicare e da poter raggiungere il maggior numero di persone possibile. Un modo concreto ed intelligente per unire solidarietà sociale, efficienza ed ecosostenibilità.

Lisa Vagnozzi

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