La protesi con la pelle artificiale che ‘sente’

Un polimero con dense reti di sensori in oro ultrasottile e silicio, progettato per imitare le capacità elastiche e sensoriali della pelle vera. Esiste davvero e l'ha sviluppato un team di ricercatori coordinato da Dae-Hyeong Kim dell'università di Seoul. I dettagli del lavoro sono pubblicati oggi sulla rivista Nature Communications

Un polimero con dense reti di sensori in oro ultrasottile e silicio, progettato per imitare le capacità elastiche e sensoriali della pelle vera. Esiste davvero e l’ha sviluppato un team di ricercatori coordinato da Dae-Hyeong Kim dell’università di Seoul. I dettagli del lavoro sono pubblicati oggi sulla rivista Nature Communications.

Alcune protesi ad alta tecnologia oggi possono essere controllate dai loro proprietari. Tuttavia, non c’è modo per chi le indossa di capire se un oggetto è bollente o in procinto di scivolare dalla stretta dell’appendice. Per questo materiali che rilevano calore, pressione e umidità potrebbero contribuire a cambiare tutto ciò, dando capacità sensoriali alle protesi.

“Se si dispone di questi sensori ad alta risoluzione tra le dita, si può dare la stessa sensazione tattile che una mano normale trasmetterebbe al cervello”, dice Roozbeh Ghaffari, che ha contribuito alla ricerca con MC10, una startup di Cambridge, Massachusetts, che sta sviluppando prodotti indossabili basati su materiali flessibili e con sensori.

La nuova pelle intelligente risolve solo una parte della sfida dei dispositivi protesici. Il problema più grande è la creazione di connessioni affidabili e robuste con il sistema nervoso umano, in modo che chi li indossa possa effettivamente “sentire” ciò che viene percepito. Ma se tutto ciò è possibile, tra l’altro, viene da chiedersi se non sia un passo verso un futuro in cui usare queste tecnologie anche per eventuali sperimentazioni senza impiegare animali.

Roberta Ragni

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