Case sull’albero. Da rifugio dei bambini a modello di sostenibilità

Quanti di voi da bambini non hanno mai provato a fare una casa sull’albero? Era un modo come un altro per divertirsi con gli amici, un tentativo forse di trovare un rifugio dove nascondersi dal mondo dei grandi. O forse era il modo più semplice per osservare la realtà da un altro punto di vista. Ma non abbiamo mai pensato mentre ne costruivamo una che già dalla preistoria era forse il miglior alloggio a cui l’uomo poteva ricorrere per proteggersi e rifugiarsi in caso di pericolo.

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Oggi è diventata quasi una sfida che coinvolge da famosi architetti a semplici artigiani sconosciuti, che realizzano da vere e proprie opere di design a comunissime sale per sorseggiare un tè ad alta quota. Naturalmente quasi del tutto realizzate con materiali naturali o di recupero, il più delle volte queste soluzioni off grid si integrano totalmente con il paesaggio circostante, come un nido di uccelli si nasconde tra le fronde di un albero.

Ora in un libro dal titolo Tree Houses, Fairy Tale Castle in the Air, l’autore Philip Jodidio raccoglie e racconta i 50 castelli incantati in aria come da lui definiti, in una fase storica in cui finalmente prestiamo più attenzione al vivere in simbiosi con i paesaggi naturali grazie alla sempre più importanza che diamo alla sostenibilità ambientale ed all’ecologia.

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Il materiale predominante che caratterizza tutte le tipologie di opere è senza dubbio il legno. Al naturale o colorato, semplice o lamellare, da solo o accoppiato all’acciaio permette di ottenere soluzioni compositive dalle più semplici alle più complesse. Una sala lettura, una stanza da letto, piccole abitazioni fino ad un castello sembrano farci tornare bambini, per rifugiarci ancora una volta tra le fronde degli alberi con una maturità maggiore e la consapevolezza che la natura offre all’uomo sempre le migliori soluzioni.

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