Mollo tutto, nuova vita in campagna: 5 storie di successo

Nuova vita in campagna. Cambiare lavoro e decidere di trasferirsi in campagna, reinventandosi e dedicandosi all'agricoltura. Ecco le storie di chi ce l'ha fatta.

Cambiare vita, cambiare lavoro e trasferirsi in campagna. È il sogno di molti e coinvolge soprattutto coloro che, pur avendo un lavoro sicuro o avendo iniziato la propria carriera professionale, sentono la vita di città troppo stretta e decidono di andare alla ricerca delle proprie origini e di un rinnovato contatto con la terra. La Coldiretti ha raccolto le storie di cinque persone che ce l’hanno fatta. Spero che leggerle possa esservi d’ispirazione.

1) Dalla borsa alle agricolonie

Paolo Guglielmi (Marche). Abitava a Roma e studiava statistica con l’obiettivo di fare il broker e lavorare nel mondo della finanza. Ad un tratto si è reso conto che non era questa la vita che faceva per lui e ha deciso di tornare nelle Marche, regione di cui la sua famiglia è originaria, dove i nonni avevano un piccolo terreno, e di dedicarsi all’agricoltura sociale. Così, a Monte San Vito, in provincia di Ancona ha avviato le prime agricolonie, cioè veri e propri campi scuola in campagna, per far trascorrere ai bambini del buon tempo a contatto con la natura e far scoprire loro i tempi e i sapori del mondo contadino, seguendo il ciclo delle piante dal seme fino alla raccolta del frutto, ma anche costruendo giocattoli di campagna con legno riciclato, giocando alla “zappa al tesoro”, realizzando stampe tramite l’utilizzo delle foglie. A tutto ciò ha abbinato l’organizzazione di laboratori didattici, oltre alla produzione di ortaggi biologici che commercializza nella rete di Campagna Amica.

2) Dallo studio dentistico al soccorso antifrane

Valentina Rappelli (Toscana). Ha mollato il suo precedente lavoro da assistente di uno studio dentistico per dedicarsi con passione all’agricoltura. Insieme al marito Andrea, ex operaio in mobilità – afferma la Coldiretti – a settembre del 2012 Valentina decise di buttarsi in un’impresa del tutto originale: la produzione di Vetiver, una pianta erbacea che viene utilizzata in ingegneria verde come strumento per il consolidamento e la conservazione del suolo. Si tratta di una pianta innovativa che può sostituire il cemento per consolidare zone franose, depurare terreni e fermare l’erosione delle spiagge.

3) Dalla toga alla manna

Annamaria Musotto (Sicilia). Dopo essersi laureata in giurisprudenza a Milano ed aver intrapreso gli studi per diventare notaio, ha deciso di tornare in Sicilia per produrre manna – non quella che cade dal cielo! – ma uno straordinario dolcificante naturale a basso contenuto di glucosio e fruttosio che si ottiene dagli alberi di frassino e che si utilizza in eccellenti produzioni dolciarie. Annamaria la produce a Castelbuono, ricavandola attraverso particolari incisioni sul tronco dei frassini dai quali fuoriesce una sostanza azzurrina e resinosa che, esposta al caldo sole della Sicilia, si addensa formando lunghe stalattiti biancastre.

4) Dalla grafica editoriale all’agricosmetica

Chiara De Miccolis (Puglia). Nel 2007 ha preferito l’agricoltura al suo ruolo di grafica editoriale e titolare della ditta di famiglia. Oggi dirige una Masseria del 1600 dove produce ottimo olio extravergine di oliva Dop e cosmetici naturali in una vastissima gamma che va dalla crema corpo al doposole fino al sapone, interamente realizzati con olio extravergine di oliva e oli essenziali. La Masseria però è anche un bellissimo agriturismo dove svolgere diverse attività, dai corsi di pittura ai golosi corsi di cucina. Inoltre, in azienda è stata operata una scelta energetica innovativa, con l’installazione di una caldaia alimentata a cippato, un prodotto di scarto ottenuto dalla potatura degli olivi e dai gusci delle mandorle.

5) Da maestra ad agriartista

Silvia Bendanti (Emilia-Romagna). Subito dopo il diploma magistrale, Silvia Bendanti trova lavoro come maestra di scuola dell’infanzia. È un lavoro sicuro, a tempo indeterminato che però, dopo dieci anni, le sta stretto. È così che decide di cambiare vita e dedicarsi all’azienda agricola paterna. Non è una scelta facile perché come lei stessa ammette “non ci si improvvisa agricoltori”, ma con coraggio e passione riesce a trasformare in breve tempo l’azienda in un vero gioiello imprenditoriale. La punta di diamante della produzione oggi è l’ottimo vino emiliano Igt e la chicca di Silvia è il vino da meditazione, ottenuto da uve stramature, ovvero fatte appassire sulla pianta, prima di essere vendemmiate. La vena artistica maturata lavorando con i bambini le ha permesso di iniziare a creare pezzi artistici unici grazie alla decorazione delle bottiglie di vino prodotte nella sua azienda.

Marta Albè

Leggi anche: Come diventare agricoltore in 10 mosse

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Fonte foto: freedigitalphotos.net

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