Il futuro del trasporto sostenibile

I sondaggi possono tutto, anche dare degli spunti di analisi al pubblico e al privato per tentare di anticipare quello che sarà il futuro dei trasporti. Tavola rotonda a Londra, moderata da Jo Confino del Guardian, organizzata da Ford, che ha anche commissionato lo studio alla The Futures Company

I sondaggi possono tutto, anche dare degli spunti di analisi al pubblico e al privato per tentare di anticipare quello che sarà il futuro dei trasporti. Paura? Ansia? Curiosità? Al menefreghismo non ci credo, dobbiamo sapere, dobbiamo decidere se fregarcene o meno.

Tavola rotonda a Londra, moderata da Jo Confino del Guardian (storica testata inglese progressista) e organizzata da Ford, che ha anche commissionato lo studio alla The Futures Company. Al confronto hanno partecipato un panel di tecnici e media da ogni parte d’Europa; a margine i dati del sondaggio.

4 persone hanno provato a delinearlo, il futuro del trasporto sostenibile. 4 tasselli del complesso mondo dei trasporti urbani.

Barb Samardzich, Vice-Presidente sviluppo prodotti Ford Europa, ha centrato la questione su cosa dovrebbe fare l’industria automobilistica. Se da un lato i prodotti devono ispirare il consumatore verso una riduzione dei consumi e l’abbattimento delle emissioni, dall’altro ha chiamato alla cooperazione i soggetti interessati, inclusi quindi i governi, i tecnici, le istituzioni di ricerca ed educative e i media.

Susan Claris, direttore di Arup, ha soprattutto descritto lo scenario. Non solo megalopoli, New York, Tokyo, Mumbay ecc. ma anche le metropoli e le città (a livello mondiale viene considerata quando un aggregato urbano è di circa 500.000 abitanti), in particolare dei paesi in via di sviluppo, saranno interessate dalla congestione e dall’inquinamento. Per la Claris, nel futuro del trasporto sostenibile l’unica certezza è il continuo mutamento e per questo deve essere flessibile, programmando per le persone (che non sempre compiono scelte razionali) e non per il sistema in generale.

Sylvain Haon, Segretario generale di Polis Network, ha provocatoriamente iniziato il suo intervento sostenendo che il problema non sono le auto, o il traffico o il sistema dei trasporti, ma le persone. Ci si deve concentrare, ha continuato, sul movimento degli individui da un punto A ad un punto B, e non sulla movimentazione delle auto. Strategiche le infrastrutture, principalmente tecnologiche. Sapere come si muove l’individuo, perno centrale della mobilità, e riuscire a indicargli in tempo reale valide alternative all’auto, valide ed ecologiche, per spostarsi dal punto A al punto B, è una strategia realizzabile ed efficace. In effetti siamo vicini ad essere tutti, o almeno la maggiorparte di noi, “always on” (trd. sempre connessi), per esempio con un telefonino; quindi rintracciabili dall’informazione giusta al momento giusto.

Fabio Orecchini, professore universitario e Coordinatore Scientifico di H2Roma, è invece ottimista sulla capacità dell’industria automobilistica a rendere accessibile una propulsione alternativa, efficiente e pulita. I vettori energetici puliti, quali elettricità da fonti rinnovabili, idrogeno e bio-carburanti, saranno dominanti nel prossimo futuro. Anche se in qualche modo questo passaggio dovrà essere regolato dai governi centrali e locali, e dovranno essere rese disponibili le infrastrutture.

Seguendo questo link è possibile scaricare tutti gli interventi ed il seguente dibattito.

Per quanto riguarda i risultati chiave del sondaggio (scaricabile qui), realizzato su un panel di 6.000 europei, e centrato su sostenibilità, impatto ambientale e congestione del traffico:

Il 74% identifica la proprietà dell’auto con l’indipendenza

Il 52% usa meno di una volta al mese o mai il trasporto pubblico

Il 53% dice che il cambiamento climatico è il problema più grande del mondo

ma che il 77% non taglierebbe l’uso dell’automobile per affrontare i problemi ambientali

il 72% dice che l’efficienza nei consumi di carburante è uno dei motivi che ritengono più importanti quando si acquista un’auto

il 50% utilizzerebbe uno stile di guida più ecologico se conoscesse meglio il vantaggio finanziario

il 57% dice che è il governo ad avere la maggiore responsabilità di ridurre l’impatto dei trasporti sull’ambiente

Degli intervistati, il 28% dice che prenderebbe in considerazione l‘acquisto di un veicolo con un propulsore elettrico, anche se pochi hanno esperienza di prima mano di tali veicoli (8% ha posseduto o guidato un veicolo ibrido elettrico e il 6% ha posseduto o guidato una ibrida plug-in veicolo elettrico o un veicolo esclusivamente elettrico a batteria). In confronto il 66% degli intervistati ha posseduto un veicolo a motore a benzina e il 38% è stato proprietario di un veicolo diesel.

Il numero di auto sulle strade del mondo dovrebbe passare dal circa 1 miliardo di oggi ad una cifra compresa tra I 2 e i 4 miliardi nel 2050. La Commissione europea prevede che i costi di congestione in Europa aumenteranno del 50% a € 200 miliardi all’anno.

Mario Notaro

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