Esperienze Dirette: intervista a Stefano, WWoofer italiano in Australia

Stefano è un ragazzo italiano che da qualche mese vive in Australia. In questa intervista-diario il ventinovenne di origine veneta racconta l'esperienza del Wwoofing e la consiglia a tutti. Vediamo perché.

Stefano è un ragazzo italiano che da qualche mese vive in Australia. A 29 anni, dopo una laurea in Economia e management all’Università di Bologna, Forlì decide di partire. I motivi sono tanti: perfezionare la lingua inglese, confrontarsi con società e culture diverse da quella italiana, la voglia di viaggiare, di conoscere, di vedere con i propri occhi come si vive fuori dai confini e l’amore per la natura. Esigenze, quelle di Stefano, condivise da molti suoi coetanei che sempre più frequentemente partono e sempre meno frequentemente rientrano.

In questa intervista-diario il ventinovenne di origine veneta racconta l’esperienza del Wwoofing, il lavoro in fattoria, e la consiglia a tutti. Vediamo perché.

Che cosa ti ha spinto a partire per l’Australia?

La voglia di viaggiare e di migliorare il mio inglese. Era da un po’ che desideravo fare un lungo viaggio ma paesi come Inghilterra e Stati Uniti sono sempre stati piuttosto cari.

L’Australia mi è sembrata la meta ideale anche perché offre molto dal punto di vista naturalistico, la fattoria biologica in cui sono ospite è a 135 km da Melbourne.

Come sei approdato al WWOOFing?

Il primo a parlarmi di wwoofing è stato un amico. Egli, qualche estate fa, ha lavorato in una fattoria biologica nei dintorni di Bologna. Sono rimasto molto colpito quando mi ha raccontato dei wwoofer che venivano dall’estero: godendo di vitto e alloggio stavano girando tutta l’Italia con solo qualche spicciolo!

 

Per aderire alla rete WWOOF si deve fare riferimento a quella del paese ospitante, ci si può iscrivere da casa o quando si arriva là. L’importante è capire che iscriversi a WWOOF Italia permette di fare il wwoofer in Italia. Se si vuole fare il wwoofer in Australia ci si deve iscrivere a WWOOF Australia e così via (indipendentemente dalla propria nazionalità). Con l’iscrizione si riceve una pubblicazione con tutte le informazioni e i contatti delle fattorie biologiche ospitanti, allo stesso tempo si è assicurati in caso di infortuni.

 

 

 

 

In che cosa consiste la giornata tipo di chi fa un’attività come la tua?

La giornata tipo consiste in 4 o 6 ore di lavoro (sabato e domenica esclusi). In genere si va dalle 09:00 alle 13:00 (e dalle 14:00 alle 16:00). Le attività variano in base alle caratteristiche della fattoria, alle necessità del momento (es. stagione, ecc.) e alle abilità e agli interessi del wwoofer, il risultato è ovviamente una mediazione tra le due parti, anche se il wwoofer è sempre considerato un ospite (quindi trattato con riguardo).

Per quanto riguarda i pasti, il pranzo è quasi sempre qualcosa “al volo” in autogestione (considerando gli impegni personali dei componenti della famiglia) mentre la cena è condivisa con tutti. Il dopocena è libero quindi si guarda la tv, si legge un libro, si gioca.

Come trascorri i finesettimana?

Durante il finesettimana si possono visitare i dintorni del luogo, si possono utilizzare i servizi pubblici o, come spesso accade, si può chiedere un passaggio alla famiglia ospitante verso il mare, la montagna o quant’altro sia interessante.
Ricevi anche una minima retribuzione?

Come wwoofer non si riceve una retribuzione ma vitto e alloggio. Gli alimenti delle fattorie ospitanti sono quasi tutti biologici (quindi ottimi) e prodotti in loco (quindi sostenibili). Considerando l’alimentazione di prima qualità, comodità varie (lavanderia, ecc.) e la vita all’aria aperta direi che il lavoro è assolutamente ben ripagato (anche se non direttamente in denaro).

Ci sono altri WWOOFer nell’azienda agricola?

Al momento sono l’unico wwoofer ma con una famiglia con quattro bambini non mi sento affatto solo. Prossimamente ne arriveranno altri e la permanenza media è di due settimane.

Da quanto sei lì?

Io sono qui da tre settimane, la mia è una permanenza lunga perché mi trovo bene ed il mio aiuto è apprezzato.

Fino ad ora hai imparato delle cose nuove? C’è qualcosa in particolare che ti ha arricchito? anche nei rapporti interpersonali.

Da quando sono qui ho imparato molto dai padroni di casa, sono esperti di permacultura (un modello di agricoltura sostenibile) ed hanno tenuto corsi in tutto il mondo. Oltre a ciò sto imparando ad utilizzare molti attrezzi classici del bricolage (trapani, cesoie, ecc.), abilità che possono sempre tornare utili.

L’Australia è nota per avere un’altissima percentuale di animali fra i più pericolosi del pianeta, ne hai “incontrato” qualcuno?

Attorno alle fattorie vi sono moltissime zone con flora e fauna selvatica; ho visto canguri, koala, pappagalli ed altri uccelli. All’interno delle proprietà è possibile imbattersi in serpenti velenosi ma fortunatamente non mi è ancora capitato.
Potresti descrivere la vita sociale dell’azienda? il rapporto con i proprietari, etc.

 

Il rapporto con i proprietari è nel mio caso veramente speciale: dopo tre settimane mi sento veramente parte della famiglia. Il “segreto” penso stia nel lavorare sodo e nello sviluppare un certo spirito di adattamento.

Dove dormi?

La mia sistemazione è in una roulotte. Godo di una certa privacy anche se alcune notti fa un po’ freddo. Inconveniente facilmente superabile utilizzando qualche coperta in più.

Consiglieresti il WWOOFing?

Consiglio a tutti di partire come wwoofer, soprattutto ai più giovani. Basta un biglietto a/r verso la vostra meta preferita e qualche soldo in più. È un’esperienza che insegna molto e soprattutto che fa crescere.

Serena Bianchi

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