Mentre gran parte del mondo cerca di modificare le proprie abitudini relative agli spostamenti quotidiani all’insegna dei principi della mobilità sostenibile, la Cina sembra andare controtendenza. Fino ad un decennio fa, quello che ormai si è trasformato nel più potente Paese orientale, poteva vantare un elevato utilizzo della bicicletta da parte dei propri abitanti, senza distinzioni dal punto di vista della posizione sociale. Al giorno d’oggi a Pechino spostarsi ogni giorno a bordo della propria bicicletta non è più considerato un vanto, bensì un’abitudine da perdenti.
Mentre gran parte del mondo cerca di modificare le proprie abitudini relative agli spostamenti quotidiani all’insegna dei principi della mobilità sostenibile, la Cina sembra andare controtendenza. Fino ad un decennio fa, quello che ormai si è trasformato nel più potente Paese orientale, poteva vantare un elevato utilizzo della bicicletta da parte dei propri abitanti, senza distinzioni dal punto di vista della posizione sociale. Al giorno d’oggi a Pechino spostarsi ogni giorno a bordo della propria bicicletta non è più considerato un vanto, bensì un’abitudine da perdenti.
A Pechino, le auto in circolazione hanno ormai superato di gran lunga il numero delle biciclette, causando i problemi di traffico e di parcheggio tipici delle metropoli occidentali. I percorsi ed i parcheggi destinati alle biciclette vengono via via occupati dagli automobilisti e dai loro mezzi a quattro ruote, che ormai sembrano aver preso il sopravvento lungo le strade della città.
Il fenomeno, battezzato negli Stati Uniti come “De-Bikification”, non è passato inosservato agli occhi degli esperti di pianificazione urbanistica, che lo stanno sottoponendo a studi approfonditi. Jinhua Zhao, professore della Britih Columbia University, sta conducendo le proprie ricerche su quanto sta avvenendo in merito nella capitale cinese. A quanto sembra, l’abitudine di spostarsi in bicicletta avrebbe subito un calo a dir poco drastico dalla seconda metà degli anni ’80 in poi, passando dal 60% al 17%, nell’arco di tempo compreso tra il 1987 e il 2010. Nel contempo, il numero degli automobilisti sarebbe aumentato del 15% ogni anno nel corso dell’ultimo decennio.
La bicicletta è stata considerata per decenni come un vero e proprio simbolo della città di Pechino, che ora vi sta progressivamente rinunciando, preferendo ad essa automobili costose. E se la bicicletta ritornasse ad essere considerata un bene di lusso in Cina? A parere di alcuni, una simile mossa potrebbe contribuire ad una risalita nella scala di importanza dei beni posseduti del mezzo di trasporto a due ruote più ecologico.
Le operazioni per riportare in auge la cultura della bicicletta a Pechino sono già in corso da alcuni anni e mirano principalmente a risolvere il problema del congestionamento quotidiano delle principali strade d’accesso alla città, lungo le quali si formano regolarmente code chilometriche, che costringono gli automobilisti a rimanere intrappolati nel traffico per ore.
Le biciclette sono state recentemente protagoniste, a Pechino, di una mostra dedicata interamente ad esse ed alle opportunità che tali mezzi di trasporto sono in grado di offrire, sia per quanto riguarda la mobilità sostenibile che le attività sportive. La spinta maggiore verso un ritorno alla bicicletta della Cina pare stia giungendo prevalentemente dagli stranieri che, dopo essersi trasferiti a Pechino, atterriti dal traffico costante lungo le strade, hanno deciso di rinunciare a mettersi alla guida di un’automobile, optando proprio per la bici o per i mezzi pubblici.
Marta Albè