Italiani in bici: 20 citta’ ai livelli europei. In testa Bolzano, Pesaro e Ferrara

Italiani amanti della bici. Soprattutto a Bolzano, Pesaro, Ferrara e Treviso, dove almeno un quarto degli abitanti usa tutti i giorni le due ruote a pedali. Ma sono 20 le città del Bel Paese ad aver raggiunto i livelli europei

Italiani amanti della bici. Soprattutto a Bolzano, Pesaro, Ferrara e Treviso, dove almeno un quarto degli abitanti usa tutti i giorni le due ruote a pedali. Ma sono 20 le città del Bel Paese ad aver raggiunto i livelli europei. A rivelarlo è la nuova edizione della ricerca l’A Bi Ci della ciclabilità, realizzata da Legambiente in collaborazione con Rete Mobilità Nuova e presentata oggi alla vigilia di VeloLove, il festival nazionale dei ciclisti urbani. Oggetto di analisi sono le città italiane capoluogo di provincia.

Non è vero dunque che noi italiani siamo un popolo che va solo in auto. Siamo invece pronti a metterci in sella non appena si creano le condizioni per farlo. Nel nostro paese, infatti, 20 comuni capoluogo hanno performance di ciclabilità paragonabili a quelle del resto dell’Europa.

In testa Pesaro, Bolzano, Ferrara e Treviso dove almeno un quarto della popolazione usa la bici per spostarsi. In altre cinque città, il 20% degli spostamenti è soddisfatto dalle bici: Ravenna, Rimini, Piacenza, Sondrio e Venezia. Nelle successive 11 in classifica, da Pordenone a Udine, i ciclisti sono al di sopra del 10%.

Ma in alcune grandi aree urbane, come Bari, Torino e Roma, la bici fa fatica ad affermarsi. In questo caso, il confronto con città europee come Amsterdam, Berlino e Copenaghen ci vede sconfitti. Ma Bolzano, Pesaro e Ferrara sono nella top 20 delle città europee con la maggior percentuale di spostamenti in bici sul totale.

Ecco la classifica europea:

abici1

A Pesaro e Bolzano a salire in sella ogni giorno è quasi il 30% degli abitanti, mentre a Ferrara è il 27% e a Treviso il 25%. Tutt’altro che un caso ma frutto del lavoro delle amministrazioni locali per favorire la mobilità nuova all’interno dei centri abitati. Qui si è assistito al passaggio della bici per uso ricreativo a quello come mezzo per gli spostamenti casa-lavoro e casa-studio. Merito anche della messa in sicurezza degli spostamenti non motorizzati, attuata con alcune misure come la riduzione della velocità dei veicoli a motore a 30 o a 20 kmh.

Ecco la classifica italiana:

BiciItalia2015

Per quanto riguarda i “metri equivalenti” di percorsi ciclabili, è Reggio Emilia ad avere il valore più alto con 39,03 m_eq/100 ab, mentre sei città – Caltanissetta, Enna, Isernia, Potenza, Reggio Calabria, Siracusa – non segnalano nessun tipo di infrastruttura dedicata alla ciclabilità. In generale, la media nazionale e relativa ai soli capoluoghi è di 7,04 m_eq/100 ab di infrastrutture ciclabili. Ancora troppo poca.

Anche l’Istat sostiene che si sono affermate nuove tendenze sul fronte della mobilità. In crescita il bike sharing, attivo in 58 città (10 in più in un biennio) con oltre 1.000 punti di prelievo (+42%) e quasi 10 mila biciclette (+62%). Bene anche il car sharing, attivo nel 2013 in 22 città, con circa 1.000 veicoli (il 23% elettrici) e oltre 25 mila abbonati (+36% in un biennio.

“Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione culturale: alcuni Paesi Europei l’hanno colta diversi anni fa, sta all’Italia, adesso, sfruttare le opportunità che un mezzo come la bicicletta, a zero emissioni e senza costi di carburante, può offrire” ha detto Silvia Velo, sottosegretario all’Ambiente. “Il cambiamento degli stili di mobilità, più che dalla crisi economica, è probabilmente favorito dalla crisi del vecchio modo di muoversi all’interno delle aree urbane – ha aggiunto il responsabile aree urbane di Legambiente Alberto Fiorillo – C’è una forte insofferenza rispetto a una quotidianità fatta spesso di ingorghi, stress, tempo perso, smog e così chi pedala prende sempre più spazio”.

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