Molte città stanno riservando degli spazi all'aria aperta a contadini, produttori e aziende agricole della zona che arrivano in città per vendere i propri prodotti direttamente ai consumatori. Più che un semplice mercato, il farmer's market è un angolo di campagna nel caos cittadino, è un momento di contatto con la natura in cui si recupera il valore dei prodotti della terra che seguono lo scorrere delle stagioni e l'alternanza climatica.
Mangiare sano non è mai stato così facile. Negli ultimi anni l’attenzione al cibo di qualità che rispetti l’ambiente è cresciuta e ha trovato diversi spazi di applicazione. Aumentano i prodotti di agricoltura biologica sugli scaffali dei supermercati, proliferano i gruppi di acquisto solidale (GAS) e i mercatini bio. L’ultima tendenza in materia è certamente il farmer’s market, in italiano mercato del contadino.
Molte città stanno riservando degli spazi all’aria aperta a contadini, produttori e aziende agricole della zona che arrivano in città per vendere i propri prodotti direttamente ai consumatori. Più che un semplice mercato, il farmer’s market è un angolo di campagna nel caos cittadino, è un momento di contatto con la natura in cui si recupera il valore dei prodotti della terra che seguono lo scorrere delle stagioni e l’alternanza climatica. Tra i banchi del mercato, oltre a frutta e verdura di stagione appena raccolte, si possono trovare uova e prodotti caseari di produzione propria, olio, vino, miele e derivati, e tutto quanto viene prodotto artigianalmente dai contadini della zona.
I vantaggi sono ovvi: si acquistano prodotti di alta qualità a prezzi contenuti, vengono eliminati tutti i passaggi della filiera agroalimentare che vanno dalla produzione alla vendita con un forte abbassamento dell’impatto ambientale, si privilegiano i prodotti di agricoltura locale incentivando le attività della zona ed eliminando i costi di trasporto e le emissioni inquinanti. Come dire, “due piccioni con una fava”.
Fare la spesa al farmer’s market diventa una gita fuori porta restando in città: ci si immerge in un’atmosfera che unisce la sana e antica tradizione della vita contadina al festoso brusio del mercato con la sua esplosione di odori e colori. Si può girare tra i banchi dell’ortofrutta per assaggiare i prodotti e scoprire le usanze locali. È un’esperienza utile e divertente, e questo è anche dimostrato dalla grande affluenza di visitatori e dalla tipologia di clientela, non più composta solo da massaie, ma che coinvolge anche giovani, studenti, stranieri.
E poi, elemento non trascurabile, si parla. È un momento di incontro con i contadini e gli agricoltori, sempre aperti e disponibili a spiegare le tecniche di coltivazione e i cicli vitali dei prodotti, a raccontare aneddoti e illuminarci sulle sorti della terra.
Insomma, si mangia bene sostenendo l’ambiente, spendendo poco e imparando molto. Vi pare poco?