Dopo l'etichetta che certifica il biologico dell'Unione europea, quella per i prodotti riciclati lanciata di recente da ICEA, ecco che dalla Confesercenti Emilia Romagna e Fiepet arriva l'etichetta per riconoscere i ristoranti che rispettano determinati requisiti ambientali.
Dopo l’etichetta che certifica il biologico dell’Unione europea, quella per i prodotti riciclati lanciata di recente da ICEA, ecco che dalla Confesercenti Emilia Romagna e Fiepet arriva l’etichetta per riconoscere i ristoranti che rispettano determinati requisiti ambientali.
È stata infatti presentata ieri a Bologna la “Carta volontaria del ristorante sostenibile” realizzata in collaborazione con Arpa Emilia-Romagna e col patrocinio della Regione Emilia-Romagna con l’obiettivo di “costruire un’etichetta ecologica, per le piccole e microimprese del settore della ristorazione, che a tutt’oggi non esiste a livello di Unione Europea”.
Per i ristoranti che vorranno fregiarsi della nuova certificazione, l’obbligo di rendere la propria attività più sostenibile e rispettare i parametri individuati nella “Carta”. Non solo prodotti biologici e a km zero nel menù, perché i ristoranti sostenibili per essere classificati tali, dovranno adottare posate e bicchieri biodegradabili, mettere al bando (per quanto possibile) i prodotti monouso e introdurre sistemi di risparmio energetico. Tutti elementi indispensabili per il rilascio dell’etichetta che per il momento è stata accordata alle otto imprese che hanno partecipato alla prima fase del progetto e che hanno fatto “da cavia” all’Arpa Emilia-Romagna per l’indiduazione degli standard e dei parametri utilizzabili.
“Questo progetto – ha detto Stefano Bollettinari, direttore di Confesercenti Emilia Romagna – dimostra che l’attenzione ai temi ambientali e la ricerca di qualità, tipicità e valore aggiunto economico possono trovare una valida sintesi in una modalità di fare impresa che va sempre più in direzione della nuova domanda dei consumatori. L’obiettivo è quello di migliorare ulteriormente il già eccellente servizio e i prodotti offerti dai nostri ristoranti, aumentandone le performance ambientali, in modo tale da rendere la nostra offerta enogastronomica ancor più interessante per i turisti stranieri, da tempo attenti agli aspetti della sostenibilità in tutti i campi; la ristorazione, infatti, rappresenta anche un asset fondamentale dell’offerta turistica emiliano-romagnola. Per questo Confesercenti sosterrà l’ulteriore evoluzione di questo progetto”.
“In un momento particolarmente difficile per le imprese – ha aggiunto Andrea Cavallina, presidente della Fiepet Emilia-Romagna – il ruolo di un sindacato d’imprese com’è la Fiepet, non è solo quello di cercare di tutelare la categoria lottando contro burocrazie e normative varie ma è anche quello di proporre strumenti idonei a migliorare l’offerta e a ‘combattere’ con armi adeguate la ‘battaglia’ quotidiana del mercato. Qui sta il senso di questo progetto che cerca di avviare il settore sulla strada della sensibilità ambientale (peraltro già molto diffusa fra queste piccole e microimprese) trasformandola in valore e elemento competitivo, dal momento che i consumatori, dicono gli esperti di marketing, sono sempre più orientati alle tematiche del rispetto e della salvaguardia dell’ambiente e tenderanno a premiare le aziende in tal senso virtuose”.
“Il settore della ristorazione – completa Raffaella Raffaelli, Direttore Sicurezza Qualità Ambiente di Arpa – costituisce il punto più alto d’attenzione da parte di chi vuole coniugare ambiente, salute ed economia: l’Unione Europea (UE) riconosce questo valore tramite la priorità, data agli Stati Membri, della Produzione e Consumo Sostenibile (SCP). L’Emilia-Romagna è leader, come certificazioni volontarie che derivano dai Regolamenti e dalle Direttive UE, al momento non applicabili però al Settore della ristorazione. Come Arpa abbiamo accettato la sfida e d’intesa con Confesercenti, abbiamo costruito e sperimentato questo disciplinare che potrà diventare il modello coniugato a livello internazionale per tutelare consumatori ed imprese, dettando le regole competitive di un mercato sempre più orientato a premiare chi, come i ristoratori dell’Emilia-Romagna, si vuole collocare su livelli di eccellenza ambientale, oltre che di qualità dell’offerta”.
Simona Falasca