Essere vegetariani non solo contribuirebbe a ridurre le emissioni di gas nocivi degli allevamenti di bovini, ma anche l'insorgenza di molti tumori, in particolar modo quelli al sangue, alla vescica e allo stomaco. La conferma scientifica di quella che fino a ieri era solo una percezione e che da oggi diventerà un piccolo vanto per di chi nella vita ha fatto la scelta di eliminare la carne dalla propria alimentazione, arriva dall'Inghilterra e nella fattispecie dallo studio pubblicato sul British Journal of Cancer.
Paul McCartney, appena qualche settimana fa, suggeriva di diventarlo almeno un giorno a settimana in nome dell’ambiente, ma a quanto pare, essere vegetariani non solo contribuirebbe a ridurre le emissioni di gas nocivi degli allevamenti di bovini, ma anche l’insorgenza di molti tumori, in particolar modo quelli al sangue, alla vescica e allo stomaco.
La conferma scientifica di quella che fino a ieri era solo una percezione e che da oggi diventerà un piccolo vanto per di chi nella vita ha fatto la scelta di eliminare la carne dalla propria alimentazione, arriva dall’Inghilterra e nella fattispecie dallo studio pubblicato sul British Journal of Cancer. Si tratta dei primi risultati dell’ “European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition“, un progetto internazionale a lungo termine cominciato nel 1997, che verrà portato ancora avanti ad Oxford e in altri centri di ricerca sul cancro. In 12 anni sono state osservate 61.566 persone nel Regno Unito suddivise in tre gruppi: chi mangiava carne, chi mangiava pesce (ma non carne) e chi non mangiava né l’uno e né l’altro.
La conclusione alla quale si è giunti è che tra i carnivori il 33 % si ammalerà di cancro nel corso della vita, mentre tra i vegetariani il rischio scende al 29%: 4 punti percentuali che corrispondono al 12% in meno di probabilità di contrarre la malattia. Questo in generale, perché prendendo in considerazione le diverse tipologie di cancro, i vegetariani sono risultati particolarmente protetti sul fronte dei tumori al sangue e ai linfonodi dove la probabilità scende addirittura del 75% nel caso del mieloma multiplo. Per chi esclude la carne, dimezzato il rischio di cancro alla cervice e un terzo in meno di probabilità di ammalarsi di tumore allo stomaco. Ma attenzione perché la dieta vegetariana non limita, anzi sembra quasi far aumentare, il rischio di tumore al colon-retto e alla cervice dell’utero che colpisce in misura doppia i vegetariani rispetto ai mangiatori di carne.
Nonostante la grande portata di questi risultati, soprattutto perché raggiunti con un così vasto campione e in un così ampio arco di tempo, dagli stessi ricercatori arriva l’invito alla cautela: “Al momento si tratta solo di un primo studio che non ci permette di trarre conclusioni definitive e di consigliare a tutti di abbandonare la carne e adottare una dieta vegetariana“, commenta il professor Tim Key, coordinatore della ricerca.
“Sono dati significativi – ci tiene a precisare in un intervista al Garden di Londra la dottoressa Naomi Allen, ricercatrice del Cancer Research della Oxford University e co-autrice del rapporto – anche se vanno presi con un po’ di cautela poiché si tratta del primo ampio studio di questo genere in materia. Abbiamo bisogno di farne altri e di saperne di più. Per esempio dobbiamo scoprire quale aspetto di una dieta a base di verdura, frutta e pesce protegge dal cancro. E dobbiamo stabilire quanto influisce positivamente una dieta vegetariana, così come quanto influisce negativamente una a base di carne“.
Un’ulteriore conferma, dunque che, anche se complessa e ancora tutta da analizzare, esiste una correlazione tra alimentazione e cancro. In attesa di saperne di più, il consiglio rimane sempre quello: più verdura e meno carne per tutti. Per la propria salute e quella del Pianeta.