Un’indagine recentemente condotta da Greenpeace ha rivelato una scomoda verità riguardo a Lipton, uno dei marchi di tè più venduti a livello internazionale. Sotto il marchio Lipton, appartenente alla multinazionale Unilever, sono state messe in vendita sul mercato cinese delle confezioni di tè in bustina contenente tracce di ben 29 differenti pesticidi, in completa violazione delle leggi cinesi e degli standard di sicurezza europei.
Un’indagine recentemente condotta da Greenpeace ha rivelato una scomoda verità riguardo a Lipton, uno dei marchi di tè più venduti a livello internazionale. Sotto il marchio Lipton, appartenente alla multinazionale Unilever, sono state messe in vendita sul mercato cinese delle confezioni di tè in bustina contenente tracce di ben 29 differenti pesticidi, in completa violazione delle leggi cinesi e degli standard di sicurezza europei.
Greenpeace si è occupata, lo scorso marzo, di acquistare alcune confezioni di tè Lipton presso due negozi di Pechino, optando in maniera del tutto casuale per tè verde, nero, oolong e jasmine. I campioni sono stati esaminati da un laboratorio indipendente, al fine di rilevare la presenza di eventuali pesticidi. I risultati si sono rivelati a dir poco scoraggianti e bel al di là di ogni aspettativa negativa. I test hanno rivelato come tutti e quattro i campioni analizzati contenessero pesticidi in una concentrazione superiore a quanto ammesso dagli standard europei. In tre di essi è stata rilevata la presenza di pesticidi banditi dall’Unione Europea, come il Bifenthrin, che a parere degli esperti potrebbe interferire nella produzione degli ormoni maschili.
A parere di Greenpeace China, Lipton starebbe approfittando delle purtroppo non ferree direttive cinesi sui pesticidi a discapito dei consumatori. Alcuni dei pesticidi la cui presenza è stata rilevata nelle bustine di tè Lipton analizzate erano già stati stati messi al bando anche dal Ministero cinese per l’agricoltura. Essi comprendono sostanze altamente tossiche come Methomyl, Decofol e Endosulfan, che potrebbero influire sulla nostra fertilità. L’Endosulfan è considerato una vera e propria minaccia per la salute dell’uomo e del Pianeta ed è recentemente salito alla ribalta delle cronache relativamente al caso Monsanto.
Greenpeace riporta come, mentre Lipton avrebbe da una parte dichiarato il proprio impegno nella riduzione delle sostanze chimiche impiegate per la coltivazione del tè, dall’altra starebbe agendo in maniera diametralmente opposta sul mercato cinese. Un comportamento simile da parte di altre nove case produttrici di tè era stato appurato in Cina da parte della stessa associazione ambientalista. Ciò che ora si teme è che prodotti a marchio Lipton contaminati da pesticidi abbiano potuto raggiungere altri Paesi del mondo. Greenpeace richiede l’immediata riduzione delle sostanze dannose impiegate da Lipton e l’istituzione di maggiori controlli sul fronte della qualità dei prodotti commerciati sotto il noto marchio, al fine di garantire la più competa tutela dei consumatori finali.
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Marta Albè