Foie gras: anche l’India vieta la ‘delizia’ dell’orrore

Proibita in India l'importazione di foie gras sul territorio nazionale. E' quanto ha stabilito un'ordinanza dell Direttore Generale Indiano del Commercio Estero il 3 luglio 2014. Il Paese asiatico segue così l'esempio di molti altri paesi che hanno stabilito l'estrema crudeltà di questo prodotto crudele.

Proibita in India l’importazione di foie gras sul territorio nazionale. È quanto ha stabilito un’ordinanza dell Direttore Generale Indiano del Commercio Estero il 3 luglio 2014. Il Paese asiatico segue così l’esempio di molti altri paesi che hanno stabilito l’estrema crudeltà di questo prodotto crudele.

Si tratta di una grande vittoria, anche se in alcuni casi (Italia compresa), è vietato l’allevamento ma non la vendita, come in Argentina, Austria, Danimarca, Repubblica Ceca, Finlandia, Israele, Turchia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi e Regno Unito. Recentemente, la California ha vietato sia la produzione che la distribuzione.

E alla lista ora si aggiunge anche l’India, dove il ‘foie gras’ viene servito soprattutto in ristoranti famosi, come l’Hotel Claridges, a Delhi, oppure Arola e Olive Beach a Mumbai, o ancora Taj e Oberoi, così come nei negozi Le Merche e Spencer. “Siamo molto riconoscenti al governo. Con questo divieto l’India ha fatto un passo in avanti contro le inutili sofferenze perpetrate nei confronti degli animali”, spiega Amruta Ubale, portavoce di Animal Equality in India.

La messa al bando arriva dopo la campagna di Animal Equality, che nel 2012 aveva presentato anche al Governo Indiano i risultati di un’indagine condotta in Spagna e Francia, dimostrando che uno dei più noti distributori investigati, importava anche in India. L’inchiesta aveva rivelato le dure condizioni in cui vengono allevate anatre ed oche per la produzione del ‘fegato grasso’, portando alla luce animali confinati in piccole gabbie con chiari segni di stress e depressione.

Tantissimi avevano traumi e infiammazioni all’esofago, riconoscibili dalle macchie di sangue sui tubi usati per l’alimentazione forzata. Altri venivano lasciati in fin di vita o già morti nelle gabbie, senza cure veterinarie. Ecco perché bisogna dire di no al foie gras.

Roberta Ragni

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