Un nuovo tipo di uva compare tra i vitigni autoctoni italiani. Si tratta dello Spigamonti e nasce in un vigneto che appartiene a un socio viticoltore della cantina Valpolicella Negra
Amanti del vino buono drizzate le orecchie: un nuovo arrivato compare tra i vitigni autoctoni italiani. Si tratta dello Spigamonti e nasce in un vigneto che appartiene a un socio viticoltore della cantina Valpolicella Negrar.
La biodiversità agroalimentare, quindi, può esultare ed essere orgogliosa di conquistare questa nuova varietà di uva scovata proprio nella località di Spigamonti, nel bel mezzo della provincia di Verona, nei
pressi di Montecchio di Negrar, a 450 metri d’altezza. Il nuovo vitigno presenta un Dna mai censito prima d’ora e la sua registrazione è avvenuta a fine gennaio scorso guadagnondosi un posto nell’elenco delle varietà di uve da vino ammesse dalla Regione Veneto alla coltivazione nella provincia di Verona.
“Si tratta di un importante recupero di quell’enorme patrimonio viticolo di vitigni ormai dispersi, oltre 200 varietà a bacca rossa, che Luigi Sormanni Moretti (1834-1908) evidenziava nella ‘Monografia su la Provincia di Verona già a fine ‘800’”, spiega Daniele Accordini, enologo e direttore di Cantina Valpolicella Negrar, aggiungendo che l’analisi del Dna dell’uva ha rivelato che non c’era alcun collegamento con varietà finora censite.
Così, in Italia, vero e proprio paradiso della biodiversità agroalimentare, si scopre una nuova varietà rustica, resistente alle malattie e anche con una buona resistenza alla grandine. Ma come è stata scoperta? Claudio Oliboni, tecnico di campagna della cantina Cooperativa, racconta che nell’estate di quattro anni fa c’era, tra i filari di uve Corvina, Rondinella, Corvinone e Molinara, una vigna che aveva le bacche già invaiate (l’invaiatura indica lo stato della maturazione del frutto), mentre le altre varietà avevano ancora gli acini verdi. I grappoli di questa pianta erano molto spargoli (con i chicchi radi), con il rachide rosso e le foglie molto scure e arrossate.
Dopo un po’ ne è stato analizzato il succo e sono effettuate micro-vinificazioni e sperimentazioni di appassimento in collaborazione con Emanuele Tosi del Centro Viticolo di San Floriano, l’ufficio Agricoltura della Provincia di Verona e Diego Tomasi des CRA (Centro di Ricerca Agricola) di Conegliano (TV). La conclusione è che “il vino prodotto con la varietà Spigamonti, troppo potente per essere consumato da solo, usato nell’uvaggio Valpolicella può dare risultati straordinari, grazie alla struttura e ai tannini che porta in dote”, dice Oliboni.
L’Amarone – D’ora in poi, dunque, Cantina Valpolicella Negrar potrà far vini con la nuova varietà. “Spigamonti è un’uva unica e particolare, che si è rivelata ottima per l’appassimento e per la produzione di Amarone”, spiega Daniele Accordini, enologo e direttore della Cantina, aggiungendo che “nel disciplinare del 2010, prima annata Docg per l’Amarone, è stata introdotta la possibilità di inserire un 10% di vitigni classificati autoctoni e lo Spigamonti darà ai nostri vini una maggiore unicità e irripetibilità, elementi che il consumatore oggi ricerca, valorizza e ci attribuisce”.
Germana Carillo
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