La dieta mediterranea aiuta la memoria e previene l’Alzheimer

Che i prodotti della dieta mediterranea fossero un vero e propria toccasana per la nostra salute è cosa ben nota da tempo, ma oggi si scopre anche che l'olio, il vino rosso e alcuni particolari tipi di frutta secca aiutino a migliorare la memoria, la concentrazione, le facoltà cognitive e addirittura a prevenire l'Alzheimer, grazie alla forte presenza degli antiossidanti, che – tra le altre cose - hanno anche proprietà antitumorali.

Che i prodotti della dieta mediterranea fossero un vero e propria toccasana per la nostra salute è cosa ben nota da tempo, ma oggi si scopre anche che l’olio, il vino rosso e alcuni particolari tipi di frutta secca aiutino a migliorare la memoria, la concentrazione, le facoltà cognitive e addirittura a prevenire l’Alzheimer, grazie alla forte presenza degli antiossidanti, che – tra le altre cose – hanno anche proprietà antitumorali.

A rivelare gli ennesimi benefici della dieta mediterranea è uno studio spagnolo, dal titolo Predimed (PREvencion con DIeta MEDiterranea), pubblicato sul Journal Alzheimer Deseases e condotto da un gruppo di ricercatori dell‘università di Barcellona. Secondo gli studiosi, dai dati che emergono dalle analisi condotte su circa 450 uomini e donne fra i 55 e gli 80 anni, tutti ad alto rischio cardiovascolare, i cibi mediterranei, ricchi di antiossidanti, riducono il rischio di deficit cognitivo e di malattie come l’Alzheimer. Dati evidenziati anche dai geriatri della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG).

In particolare, l’olio d’oliva aiuta a migliorare la memoria a breve termine e –se associato ad un consumo moderato e costante di caffè – rafforza i ricordi nel lungo periodo; le noci migliorano la concentrazione e la memoria sul lavoro, mentre il vino rosso permette di potenziare le capacità cognitive. Motivi in più, quindi, per adottare uno stile di vita mediterraneo: ricco di pasta, cereali, verdure e frutta fresca, ma anche olio, noci, nocciole e vino rosso, prodotti largamente diffusi nel nostro Paese e che rappresentano una fetta importante dell’economia made in Italy.

Secondo quanto riferito dalla Coldiretti infatti, i cibi della dieta mediterranea valgono 200 miliardi, ovvero la spesa complessiva sostenuta ogni anno da italiani e stranieri per acquistare i nostri prodotti di qualità, che ogni anno ricevono un nuovo riconoscimento.

Anche grazie alle molte proprietà, la dieta mediterranea – ha ricordato la Coldiretti in un comunicato – è stata iscritta come patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco, che ha sottolineato però che non è solo cibo ma un vero e proprio stile di vita. Una risorsa per l’Italia che – ha continuato la Coldiretti – è il primo produttore mondiale di pasta, mentre nell’olio e nel vino occupa la piazza d’onore, pur essendo il primo esportatore“.

E c’è di più: “Pane, pasta, pesce, frutta, verdura, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari si sono dimostrati – ha sottolineato la Coldiretti – un elisir di lunga vita per gli italiani. Una bene da difendere per l’economia, l’ambiente e la salute con gli italiani anziani che grazie alla dieta mediterranea hanno una speranza di vita alla nascita tra le più alte al mondo con una media 78,8 anni per gli uomini e 84,1 per le donne. Ma il futuro è preoccupante per effetto soprattutto del progressivo abbandono dei principi della dieta mediterranea a favore del consumo di cibi grassi e ricchi di zucchero come le bibite gassate da parte delle giovani generazioni“.

Ciò naturalmente favorisce l’insorgenza di malattie gravi, come l‘obesità: “Ben il 34% dei piccoli cittadini italiani di 8 e 9 anni – ha spiegato la Coldiretti – è lontano dal peso forma, oltre un milione è sovrappeso (22,1% del totale) e 400.000 (11,1%) sono obesi, secondo il monitoraggio effettuato dal progetto “Okkio alla salute“.

Insomma, è arrivato il momento di sensibilizzare i giovani (e i meno giovani) sui danni del junk food e sui benefici della dieta mediterranea. Se tutti mangiassero in modo sano infatti, si ridurrebbero anche gli enormi costi correlati all’Alzheimer: una malattia che solo nel nostro Paese conta ogni 500.000 nuovi casi, per un costo sanitario e sociale che arriva toccare 30 miliardi di euro!

Non sarebbe il caso di cambiare stile di vita, mangiando in modo sano, e impiegare questi soldi per la cura di malattie che non si possono prevenire?

Verdiana Amorosi

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