Come scegliere un buon latte vegetale? I consigli dei nostri esperti

Si chiama comunemente “latte vegetale” una bevanda a base di cereali o frutta secca. Di latte ovviamente non si tratta visto che con questo termine si indica esclusivamente il liquido prodotto dai mammiferi con il quale nutrono i loro cuccioli.

Sugli scaffali dei supermercati e dei negozi bio troviamo diverse varianti di bevande vegetali, le più comuni sono quelle a base di riso e soia, ma ce ne sono davvero tantissime tipologie fatte con avena, miglio, quinoa, nocciole, cocco, mandorle e chi più ne ha più ne metta.

Importante come sempre leggere le etichette per scegliere con più consapevolezza i prodotti che acquistiamo. Per cercare di capire meglio a cosa stare attenti nel momento in cui si acquista una bevanda vegetale abbiamo chiesto consiglio a due esperti.

COSA DEVE CONTENERE E COSA NO UN BUON LATTE VEGETALE

Per prima cosa è bene sottolineare che gli ingredienti fondamentali di una bevanda vegetale sono: un quantitativo variabile di cereale o frutta secca, un dolcificante (che può variare sia in quanto a tipologia che a quantità) e ovviamente acqua. Non sempre però le confezioni in commercio si limitano a questi ingredienti.

Cosa quindi NON deve contenere un buon latte vegetale?

Sicuramente non ci devono essere oli saturi tipo l’olio di palma, ma anche zuccheri aggiunti come il glucosio e soprattutto il fruttosio” ci suggerisce il dottor Alessandro Targhetta, medico chirurgo e omeopata.

Altre cose a cui fare attenzione sono:

che la bevanda non abbia sale aggiunto, o comunque sia a basso contenuto di sale, e senza grassi aggiunti. Privo di additivi o conservanti” aggiunge Stefania Gangemi, naturopata che si occupa di alimentazione naturale.

In alcuni casi troviamo la presenza di olio di girasole, a che serve?

Nel latte di riso e nel latte di avena troviamo l’olio di girasole di solito in una percentuale dell’1%. Ricco di polinsaturi riduce il carico glicemico del riso e dell’avena, oltre ad apportare proprietà anti ossidanti. Ovviamente un olio di girasole spremuto a freddo e bio!

Non è però necessario utilizzarlo nelle bevande vegetali e infatti alcune non lo contengono, “meno ingredienti ci sono meglio è” ci suggerisce la dottoressa Gangemi. Un consiglio prezioso non solo quando si parla di latte vegetale!

Altra cosa importante a cui fare attenzione è la percentuale di cereale o frutta secca che contiene la bevanda:

“Il latte di mandorle o nocciole ne contiene almeno il 2%, il latte di soia il 6%, il latte di avena il 10%, il latte di riso il 12%” specifica il dottor Targhetta

Ma ovviamente percentuali più alte sarebbero consigliabili, dovrebbe essere almeno del 15% sostiene la dottoressa Gangemi. Purtroppo però non è molto semplice trovare bevande con questa caratteristica.

QUAL È LA BEVANDA MIGLIORE PER FARE COLAZIONE?

Spesso chi non beve latte vaccino (perché allergico o intollerante o ancora perché ha deciso di eliminarlo per motivi etici), a colazione utilizza latte vegetale e il più delle volte della stessa tipologia per questione di comodità o gusto personale. Ma al di là del sapore, c’è una di queste bevande che potenzialmente è migliore delle altre per iniziare la giornata?

Dipende dalle esigenze ci ha sostanzialmente risposto il dottor Targhetta:

Il latte di soia è più ‘strutturato’ rispetto alle altre bevande, perché contiene più proteine e grassi. D’altra parte le altre alternative sono più digeribili, perché meno ricche di proteine e senza grassi”.

Forse la chiave sta nell’utilizzarne diverse tipologie per poter godere dei diversi benefici che ciascuna può offrire:

Io consiglio sempre di variare e magari associare insieme un paio di tipi di latte, come base si può usare il latte di riso, associandolo a quello di mandorla, avena, miglio, cocco, nocciola. Considerate che il latte vegetale ha le stesse caratteristiche e proprietà del cereale o frutta secca dal quale viene prodotto. Quindi ci sono bevande più proteiche, come mandorla, avena, nocciola, quelle con un indice glicemico più alto come quello di riso, e ancora altre con “grassi buoni” come quello di cocco” sottolinea Stefania Gangemi.

BEVANDE VEGETALI E INDICE GLICEMICO

Un aspetto importante da valutare nel momento in cui si sceglie o meno un tipo di bevanda vegetale piuttosto che un’altra sta nellindice glicemico del prodotto, dato principalmente dal cereale o dalla frutta secca con cui è realizzato.

Se si vuole tener conto di questo, dunque, quale è meglio scegliere? Ecco cosa ci ha detto il dottor Targhetta:

Il latte di soia ha l’indice glicemico più basso, poi a salire troviamo il latte di avena, di kamut, di mandorle, di farro, di riso, mentre l’indice glicemico più alto in assoluto lo possiede il latte di cocco”.

SOIA SI’, NO, QUANTA?

Il discorso sui possibili effetti di un consumo eccessivo di soia è abbastanza complesso e non ancora del tutto chiaro, le ricerche scientifiche stanno cercando di far luce su tutti gli aspetti della questione. Nel frattempo, a chi ama in particolare il latte di soia, sorge spontaneo un dubbio: berlo tutti i giorni è troppo, considerando anche che spesso, soprattutto chi è vegetariano e vegano, nella stessa giornata consuma anche altri alimenti a base di questo legume?

Non consiglio mai di assumere tutti i giorni latte di soia e poi magari anche lo yogurt di soia, cotolette di soia, ecc. La soia contiene flavonoidi con una azione estrogenica, per cui è controindicata in chi ha malattie autoimmuni (ad es. Tiroiditi), in chi ha avuto un cancro al seno (sono tutti tumori estrogeno dipendenti), in chi soffre di patologie estrogeno dipendenti (come l’endometriosi), ma in ogni caso anche nell’uomo va assunto con moderazione visto che può dare problemi alla prostata. In ogni caso le proteine della soia alla lunga possono dare anche allergie con orticaria. Quindi consiglio sempre di alternare il latte di soia con gli altri latti vegetali (riso, miglio, avena, cocco, mandorle, ecc.)”.

Dello stesso parere la dottoressa Gangemi:

“il latte di soia non lo consiglio molto, sia per l’alto contenuto di estrogeni, sia perché la soia è comunque un alimento allergizzante. In commercio ormai esistono veramente tante alternative che non credo sia necessario utilizzare il latte di soia. Considerando anche che magari la si assume durante la giornata con altri alimenti, come tofu, tempeh, ecc”.

È IMPORTANTE SCEGLIERE BIOLOGICO

In generale sarebbe meglio scegliere il più possibile prodotti biologici e questo vale naturalmente anche per il latte” ci suggerisce la naturopata Gangemi.

Ma c’è un caso in particolare in cui acquistare biologico si rivela davvero fondamentale, ed è il caso della soia, troppo a rischio OGM.

La soia non deve essere OGM e comunque tutte le bevande vegetali non devono contenere pesticidi o fertilizzanti chimici” sottolinea il dottor Targhetta.

FATTO IN CASA QUANTO SI CONSERVA?

Non sempre è facile trovare bevande vegetali in commercio di buona qualità e senza zuccheri aggiunti, anche la dottoressa Gangemi vi consiglia di sperimentare l’autoproduzione per diversi motivi:

“La cosa migliore per essere sicuri di ciò che beviamo sarebbe preparare il latte in casa, avremmo la certezza degli ingredienti utilizzati, potremmo aggiungere ciò che preferiamo come dolcificante (malto, miele, zucchero o niente!) o magari per aromatizzarlo alla vaniglia o al cacao. Una volta pronto si mantiene in frigo per qualche giorno. Bisogna agitarlo bene prima di utilizzarlo!”

Il dottor Targhetta specifica:

“Una volta preparati vanno conservati in frigorifero a 4° C in un contenitore ermetico e ben chiusi. Se così conservati possono durare fino a 3 giorni, ma non di più”.

Se volete provare l’autoproduzione ecco alcune ricette di bevande vegetali homemade:

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