L'omocisteina è un aminoacido che se raggiunge livelli troppo alti nel sangue può far insorgere diversi problemi di salute, soprattutto malattie all'apparato cardiovascolari
Omocisteina alta, cosa fare? Tutti conoscono il colesterolo come possibile fattore di rischio per alcune delle malattie in cui frequentemente si incorre in questi tempi ma pochi sanno che c’è un altro marker altrettanto importante. Si tratta dell’omocisteina, un aminoacido che se raggiunge livelli troppo alti nel sangue può far insorgere diversi problemi di salute.
Proprio come il colesterolo, gran parte dell’omocisteina che circola nel nostro corpo deriva dal metabolismo dei cibi che assumiamo, in particolare dalle proteine di origine animale. L’alimentazione, spesso carente di alcune vitamine (soprattutto quelle del gruppo B) e uno stile di vita sedentario magari associato a brutti vizi come quello del fumo, o a un abuso di sostanze come alcool e caffè aggravano la situazione. Ma anche fattori genetici, l’inquinamento ambientale, farmaci e alcune malattie metaboliche eventualmente presenti possono andare ad incidere sul metabolismo dell’omocisteina.
Il problema è che, di un’eventuale situazione di squilibrio, è difficile accorgersi visto che non appare inizialmente alcun sintomo. Piano piano però l’aminoacido in eccesso va a danneggiare le pareti dei vasi sanguigni e può far comparire in primis malattie di tipo cardiovascolare. Troppa omocisteina però è stata associata anche alla comparsa di altre patologie come Alzheimer, fratture ossee, artrite, demenza senile e durante la gravidanza può portare a malformazioni fetali.
L’unico modo per valutare il livello di omocisteina ed eventualmente intervenire è far controllare i valori attraverso specifiche analisi del sangue. Il range entro cui bisogna rientrare è stato stabilito dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), si parla di 13 micro moli per gli uomini, 10,1 per le donne e 11,3 per bambini sotto i 14 anni. Nel caso il prelievo evidenzi valori più alti è bene intervenire subito modificando l’alimentazione.
ALIMENTI CONSIGLIATI E SCONSIGLIATI
C’è un sistema abbastanza semplice per trattare i casi di iperomocisteinemia: assumere molto acido folico (B9). Questo perché a livello metabolico l’omocisteina si forma a partire dalla metionina (aminoacido particolarmente presente nelle proteine animali) ma se vi sono sufficienti folati nel sangue la situazione riesce a rimanere equilibrata. Via libera dunque a tutti gli alimenti ricchi di acido folico, in particolare verdure a foglia verde, crucifere, frutta che andrebbero consumate il più possibile crude o leggermente cotte a vapore in quanto l’acido folico è una vitamina che con le alte temperature tende a disperdersi. QUI trovate tutti gli alimenti che ne contengono di più. L’ideale è, come viene consigliato ormai da ogni medico o nutrizionista, mangiare almeno 5 porzioni di frutta e verdura ogni giorno.
Può essere importante associare ad un maggiore apporto di acido folico anche un po’ di B12 in più, un’altra vitamina del gruppo B fondamentale in quanto supporta e sostiene il lavoro della B9. Se proprio non si riesce ad arginare la situazione di eccesso di omocisteina con l’alimentazione, il medico potrebbe consigliare anche un’integrazione quotidiana di 0.5 mg di acido folico.
In caso di iperomocisteinemia è bene ridurre il consumo di proteine animali (in particolare carne rossa, concesso invece il pesce) scegliendo piuttosto proteine di origine vegetale come i legumi.
Francesca Biagioli
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