Le intolleranze alimentari si sviluppano soprattutto verso alcuni alimenti, purtroppo quelli che consumiamo ogni giorno e che ci piacciono di più
La medicina ancora non si è espressa in maniera netta e chiara sulla reale possibilità di sviluppare intolleranze alimentari (situazione ben diversa da quella delle allergie). Eppure molti medici propongono esami per capire se alcuni cibi sono diventati per noi indigesti, ed effettivamente molti pazienti trovano benefici nel togliere dalla propria dieta, almeno per un periodo, gli alimenti segnalati dai test.
Ma quali sono gli alimenti verso cui siamo maggiormente intolleranti? La risposta è molto semplice: quelli che mangiamo di più!
Secondo le teorie più accreditate, infatti, le intolleranze alimentari si sviluppano proprio perché in qualche modo abbiamo fatto il pieno di un determinato cibo (o più), magari lo mangiamo in grandi quantità ogni giorno e il nostro corpo non è più in grado di metabolizzarlo e smaltirlo correttamente.
È molto frequente quindi riscontrare intolleranze alimentari verso i seguenti alimenti:
– Latte e latticini
– Frumento
– Carne di manzo, vitello o suino
– Uova
– Pomodori
– Mele
– Banane
– Kiwi
Ci ha spiegato tutto questo Alessandro Targhetta, medico specializzato in intolleranze alimentari.
In sostanza, quindi, l’intolleranza alimentare altro non sarebbe che un accumulo di una determinata sostanza che va a creare un’infiammazione nel nostro organismo sviluppando dei sintomi che possono essere diversi da persona a persona e più o meno evidenti o numerosi a seconda della costituzione e dei “punti deboli” di ogni organismo.
Ma una volta nato il sospetto di aver sviluppato un’intolleranza alimentare come è possibile scoprire qual è l’alimento o gli alimenti che ci danno fastidio? Ci sono diversi metodi, uno dei più apprezzati è quello che va a valutare la presenza di Igg4 (ovvero anticorpi) per determinati cibi attraverso un’analisi del sangue.
Una volta individuato l’alimento a cui si è diventati intolleranti bisogna eliminarlo totalmente dalla propria dieta per un periodo che può essere più o meno lungo a seconda dei casi (generalmente per qualche mese). Si può poi reintrodurlo gradualmente una volta effettuata la disintossicazione, utilizzando anche dei rimedi naturali che possano aiutare gli organi emuntori del nostro corpo a smaltire le sostanze accumulate.
Francesca Biagioli
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