Una nuova ricerca sembra smentire le certezze sul resveratrolo contenuto in vino rosso e cioccolata. Non aiuterebbe a prevenire malattie cardiache e cancro
Abbiamo sempre considerato il resveratrolo, sostanza antiossidante contenuta nel vino rosso ma anche in cioccolata e frutti di bosco, particolarmente prezioso perché in grado di ridurre il rischio di contrarre malattie cardiache e cancro. Ora una nuova ricerca sembra smentire queste certezze.
Lo studio, condotto da un team di ricercatori della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora, ha monitorato dal 1998 al 2009 quasi 800 uomini e donne dai 65 anni in su residenti nella zona del Chianti. La gran parte di essi, vista anche la zona di provenienza, aveva una dieta molto ricca in resveratrolo. I ricercatori, guidati da Richard Sembra, hanno fatto compilare ai partecipanti un questionario sulle loro abitudini alimentari e poi hanno proceduto ad eseguire esami delle urine per misurare i livelli di questa sostanza nelle persone.
Nel corso dei 12 anni di ricerca, un terzo dei partecipanti presi a campione era già morto, un 27% aveva sviluppato una malattia a carico dell’apparato cardiocircolatorio e il 5% si era ammalato di cancro. Tenendo conto di tutti i dati in mano ai ricercatori e considerando anche età e sesso dei partecipanti, si è potuto vedere che concentrazioni più alte di resveratrolo in realtà non coincidevano con minori rischi di contrarre malattie rispetto agli altri.
La ricerca ha così concluso che i benefici del resveratrolo sono stati sopravvalutati nel corso di questi anni. “Questo non vuol dire che un bicchiere di vino ogni tanto non è una scelta sana. L’American Heart Association raccomanda una media di uno o due bicchieri al giorno per gli uomini e un bicchiere al giorno per le donne” ha commentato Samantha Heller, nutrizionista clinica alla New York University Medical Center.
Secondo lo studio, però, alimenti che contengono resveratrolo come appunto vino rosso, cioccolato e frutti di bosco si sono mostrati in realtà benefici in quanto hanno contribuito a ridurre le infiammazioni. Così ha commentato il professor Sembra: “i benefici, se ci sono, provengono da altri polifenoli o sostanze presenti in questi alimenti. Sono alimenti complessi e tutto quello che sappiamo del nostro studio è che i benefici, molto probabilmente, non sono legati al resveratrolo”.
Il punto centrale e lo spunto interessante che si deve prendere dai risultati di questa ricerca è che probabilmente è sbagliato concentrarsi su un solo principio attivo in grado di far diminuire il rischio di ammalarsi ma, come avviene in natura, si deve considerare un insieme di sostanze fitochimiche, sali minerali e vitamine che lavorano insieme per promuovere la salute e combattere le malattie. Queste si trovano principalmente in frutta e verdura, ed ecco perché è sempre bene, per assumere tutti i nutrienti utili, mangiarle ogni giorno variando a seconda della stagionalità.
Non è dunque ancora del tutto chiaro il ruolo del resveratrolo sulla nostra salute, anche perché la ricerca non ha valutato gli effetti di questa sostanza presa a grandi dosi ad esempio attraverso degli integratori. Servono quindi certamente nuovi approfondimenti.
Francesca Biagioli
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