Emergenza rifiuti: il Piano straordinario per Roma

Il Ministero dell'Ambiente ha reso noto che per Roma sarà avviato un piano straordinario per i rifiuti che possa trasformare l'emergenza in risorsa economica

Emergenza rifiuti a Roma. Ieri il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha annunciato che per la Capitale è stato stabilito un piano speciale per i rifiuti. Lo scorso 13 marzo il Ministro aveva convocato un tavolo tecnico per valutare le soluzioni da adottare all’indomani della chiusura della discarica di Malagrotta, il prossimo 30 giugno.

Dopo aver stabilito che neanche Riano e Corcolle potranno ospitare la nuova discarica visto che non sono compatibili né a norma, Clini insieme al presidente della Regione, Renata Polverini, al sindaco di Roma Gianni Alemanno, al presidente della Provincia Nicola Zingaretti e al prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, avrebbe dovuto valutare i nuovi 7 siti individuati dalla Regione per il dopo Malagrotta, tra cui anche quello a Corcolle, a due passi dalla storica Villa Adriana.

E la soluzione auspicata dal Ministero riguarda un piano straordinario per Roma, che possa trasformare il problema dei rifiuti in una fonte di ricchezza. Per questo, entro il 30 aprile prossimo sarà stipulato un accordo di programma ed un piano operativo con il Comune di Roma, la Provincia, la Regione Lazio e le aziende titolari degli impianti TMB (Malagrotta 1 e 2, AMA Rocca Cencia e Via Salaria), gli impianti per la preparazione del compost (AMA Maccarese) e gli impianti di recupero energetico (GAIA Colleferro, ACEA San Vittore e gassificatore di COLARI Malagrotta) presenti nella Regione Lazio. All’interno di quest’ ambito si inquadra inoltre l’individuazione di nuovi siti di discarica come “soluzione residuale”, cui destinare al massimo il 20% dei rifiuti trattati entro il 2014. Va da sé che l’individuazione dei siti dovrà rener conto delle direttive europee in materia di rifiuti solidi urbani e di tutela delle acque.

In particolare il “Piano per Roma”, prevede delle misure “per prevenire l’emergenza e attuare le normative europee e nazionali da avviare tutte in modo contestuale per programmare e garantire la gestione integrata del ciclo dei rifiuti di Roma“.

Secondo quanto emerge da una nota del Ministero dell’Ambiente, il Piano prevede:

– La riduzione della quantità di rifiuti da conferire agli impianti di trattamento e quindi in discarica o termovalorizzatore. privilegiando la raccolta della frazione umida per la produzione di compost di qualità. A tal proposito, il Ministero dell’Ambiente si è detto disponibile a sostenere il Comune di Roma con un programma straordinario, allo scopo di raggiungere progressivamente nel triennio 2012-2014 l’obiettivo del 50% di materiale recuperato e la corrispondente riduzione dei rifiuti da conferire agli impianti di trattamento o in discarica.

– Rendere pienamente efficienti gli impianti di trattamento meccanico-biologico dei rifiuti (TMB), al fine di ridurre la quota di rifiuti da conferire in discarica ed aumentare la frazione recuperata, nonché quella destinata al recupero energetico. A tal fine è necessario:

1. conseguire l’obiettivo di destinare al conferimento in discarica nel triennio 2012-2014 non oltre il 40% dei rifiuti trattati negli impianti TMB;

2. selezionare la frazione umida per la produzione di biostabilizzato, con l’obiettivo di raggiungere nel triennio 2012-2014 almeno il recupero del 15% del rifiuto trattato;

3. selezionare la frazione destinata al recupero energetico, con l’obiettivo di raggiungere nel triennio 2012-2014 almeno il recupero del 25% del rifiuto trattato.

In sintesi, ciò significa che il problema dei rifiuti a Roma sarà affrontato non solo in termini di riduzione delle quantità ma anche della loro valorizzazione. Secondo Clini, infatti, occorre indirizzarsi verso “un approccio in chiave industriale che punti a trasformare il rifiuto da costo in risorsa anche economica“. Quello che oggi è un problema, dovrebbe diventare una risorsa. Gli scarti, i rifiuti, ciò che non serve e che quindi va gettato, potrebbe trasformarsi in oro, o quasi.

E in merito al sito per la nuova discarica del post Malagrotta, il Ministero dell’Ambiente non ha ancora trovato una soluzione adeguata. Ecco i siti e le rispettive motivazioni delle bocciature:

a) Una soluzione comprendente i siti interessati da evidenti problematiche di natura idrogeologica (Corcolle, Riano Quadro Alto e Pian dell’Olmo), appare non compatibile, fatta salva la preventiva ed effettiva dimostrazione di realizzabilità, stabilità e convenienza anche economica di barriere impermeabili ingegnerizzate idonee a superare nel lungo termine qualsiasi ipotesi di eventi tali da pregiudicare la qualità dell’ambiente nelle aree limitrofe, con danno alla salute dell’uomo.

b) La soluzione inerente il sito di Corcolle si ritiene inopportuna anche per la prossimità con il sito archeologico di Villa Adriana;

c) Il sito di Monti dell’Ortaccio presenta caratteristiche geologiche favorevoli e capacità di abbancamento di rifiuti adeguata, stante anche la presenza ed esercizio di 2 impianti di TMB e di gassificazione, a fronte di fattori di inopportunità connessi al grado di sovraccarico ambientale già insistente sull’area;

d) Il sito di Fiumicino, Pizzo del Prete-Le Macchiozze, presenta caratteristiche compatibili salvo la tempistica di realizzazione degli scavi e le opere viarie che si renderebbero necessarie;

e) I rimanenti due siti di Fiumicino-Osteriaccia e di Roma-Castel Romano presentano manifeste criticità e l’esistenza di fattori escludenti.

Passare dalla gestione dell’emergenza rifiuti capitolina alla creazione di un circuito che produca ricchezza non è impossibile. Parola di Clini.

Francesca Mancuso

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