Rifiuti Napoli: si avvicina lo spettro di ulteriori e pesanti sanzioni dalla UE

L'Ue minacca sanzioni se non verrà consegnata una proposta per risolvere il problema dei rifiuti a Napoli. Secondo il commissario Ue all'Ambiente Potocnik è “una vergogna che va avanti da anni”

Napoli e i suoi rifiuti, una vergogna che va avanti da anni”. Sono queste le parole di Janez Potocnik, commissario Ue all’Ambiente, che ieri al Parlamento Ue ha minacciato sanzioni dure per l’Italia.

Secondo Potocnik, è difficile che ci siano soluzioni veloci al problema dei rifiuti, visto che è stati “malgestito fino a raggiungere la situazione limite in cui versa oggi. E i problemi di Napoli si accumulano di pari passo alla spazzatura: “Ci vorranno almeno 20 anni per smaltire i rifiuti ammassati. È spaventoso ha detto Potocnik davanti alla commissione petizioni dell’Europarlamento.

Intanto questo fine settimana scadrà l’ultimatum imposto dalla Commissione europea all’Italia, per ottenere risposte riguardo al modus operandi per affrontare l’emergenza rifiuti in Campania. E se tale risposta non arrivasse? Abbiamo tempo fino al 29 novembre, poco meno di una settimana. Dopo, secondo il portavoce di Potocnik, Joe Hennon, scadrà il termine di due mesi concesso dall’Ue.

E visto che l’Italia non si è ancora conformata alla prima condanna della Corte di giustizia sulla questione napoletana, un’altra condanna non farebbe che gravare ancora di più sulle casse statali con una bella sanzione. “Il dossier stagna da molti anni e la situazione è dannosa sia per la salute sia per l’ambiente” ha sottolineato il portavoce.

Ma Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, ha replicato alle accuse dicendo: Quello che dovevamo fare lo stiamo facendo in collaborazione con la Regione e la Provincia, ma per quanto riguarda il piano lo si deve chiedere al presidente Caldoro che intrattiene i rapporti direttamente con Bruxelles, avendo ritenuto di intrattenerli direttamente come presidente della Regione Campania”.

E le proposte non mancano, a partire da quella di Legambiente, che offre una soluzione all’annosa questione dei rifiuti a Napoli: “Per risolvere il problema – spiega Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente – servono interventi strutturali per completare l’impiantistica per il trattamento dell’organico e per lo smaltimento dei rifiuti e per estendere la raccolta porta a porta in tutte le città medio grandi”.

Non è poi così impossibile, considerando che nella stessa Campania alcuni comuni virtuosi hanno dato vita ad un’efficiente raccolta differenziata:L’emergenza rifiuti non è mai terminata e l’Europa chiede il conto. Eppure basterebbe fare quello che da anni ci chiede: investire, aumentare e potenziare la raccolta differenziata, attuando politiche di riduzione dei rifiuti senza lasciarsi distrarre da vecchi e nuovi sempre più fantasiosi supporti tecnologici” ha continuato Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania.

Forte anche il commento dei Circoli dell’Ambiente di Fimiani, asecondo cui, quanto riferito dall’Ue è “in netto contrasto con quanto ha affermato solo qualche giorno fa il vice Sindaco Tommaso Sodano, per il quale l’emergenza rifiuti era ufficialmente finita”. Per Fimiani la soluzione è ancora una volta costituita dagli inceneritori: “La situazione di Napoli e della Campania è ben lontana da un esito positivo. Non possiamo consentire all’Unione Europea, che sta dimostrando tutti i suoi limiti e le sue carenze nella gestione della crisi finanziaria, di mortificarci ancora senza che poter efficacemente controbattere: senza impianti non si va da nessuna parte, De Magistris se lo metta bene in testa, altrimenti continueremo ad avere l’immondizia per strada, con tutti i pericoli che ne derivano per l’ecosistema e la salute umana“.

Ma Napoli può e deve evitare la costruzione di inceneritori. Fino al 27 novembre si celebra la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti in cui spicca la serie di belle iniziative del progetto Napoli vuole ridurre i propri rifiuti” tra cui quella di bandire dalle mense bicchieri, posate e tovaglioli usa e getta. Piccoli esempi che dimostrano che un’altra strada è possibile…

Francesca Mancuso

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