Chi crede che sia necessaria un’altra discarica la dà vinta alla camorra. Questo – in sostanza – il messaggio lanciato dal sindaco di Boscoreale, comune del napoletano, nel commentare la difficile situazione di Terzigno, il paese campano che da giorni è nel caos per le proteste antidiscarica e per i numerosi scontri, avvenuti di giorno e di notte, tra manifestanti e poliziotti.
Chi crede che sia necessaria un’altra discarica la dà vinta alla camorra. Questo – in sostanza – il messaggio lanciato dal sindaco di Boscoreale, comune del napoletano, nel commentare la difficile situazione di Terzigno, il paese campano che da giorni è nel caos per le proteste antidiscarica e per i numerosi scontri, avvenuti di giorno e di notte, tra manifestanti e poliziotti.
Le tensioni sono esplose definitivamente dopo la diffusione della notizia sul presidente della Campania, che ha deciso di aprire una nuova discarica nel Parco nazionale del Vesuvio (che diventerebbe la più grande d’Europa); da allora si sono registrati blocchi contro i tir che trasportavano rifiuti, scontri con le auto della polizia, lotte corpo a corpo tra manifestanti e forze dell’ordine. Una situazione che ha portato a cinque arresti e venti feriti.
Ma i blocchi continuano – perché gli abitanti di Terzigno e dintorni non sono disposti a tacere e soccombere – e così hanno continuato a presidiare il luogo designato per la discarica anche di notte, dando origine ad ulteriori tensioni e scontri.
Per affrontare l’emergenza e quella che è diventata una vera e propria guerriglia urbana, oggi ci sarà un Consiglio dei Ministri straordinario, che cercherà di tamponare una situazione che non accenna a placarsi.
Da alcuni giorni le strade di Terzigno sono diventate scenario di scontri sempre più accessi tra manifestanti e poliziotti, che hanno trasformato delle pacifiche manifestazioni in scontri da guerriglia urbana, sia di giorno che di notte.
Due notti fa, per costringere i manifestanti a lasciare la zona della rotonda di via Panoramica, che conduce direttamente alla discarica del paese, sono stati chiamati più di 200 uomini – tra poliziotti e carabinieri – in tenuta antisommossa che, dopo aver cacciato via a manganellate studenti, lavoratori e mamme, hanno rincorso con le camionette coloro che cercavano di fuggire sottraendosi al caos. Ieri è stato bruciato anche il tricolore.
Intanto Domenico Auricchio, sindaco di Terzigno, ha incontrato Silvio Berlusconi per metterlo al corrente del dramma in corso e del suo disappunto nei confronti dell’apertura di una nuova discarica. “Se non si trova una soluzione io da domani mattina sarò per strada insieme ai miei concittadini a protestare. – ha detto Auricchio – Berlusconi ci ha già ricevuto 20 giorni fa, il giorno del suo compleanno. Ci aveva garantito che sarebbe venuto a Terzigno, ma poi non è venuto. Noi contestiamo la decisione che è stata presa mercoledì al tavolo del vertice del Pdl campano in cui si è stabilito che andrà avanti l’apertura della seconda discarica: vogliamo sapere cosa è successo e perché gli amministratori campani prima avevano detto una cosa e adesso ne dicono un’altra”.
E la situazione si fa ancora più grave se consideriamo che Auricchio è esponente del PDL.
Diversa e più moderata la posizione di Legambiente che dice no alla discarica, ma stigmatizza anche la violenza di questi giorni: “La violenza da entrambe le parti è deplorevole e l’uso della forza un grave errore così come l’apertura di una seconda discarica a Terzigno, nel Parco Nazionale del Vesuvio. Gli abitanti di quel territorio hanno diritto a delle spiegazioni e soprattutto alla chiarezza, quindi l’apertura di un dialogo è d’obbligo. Bisogna garantire un controllo serio, efficiente ed efficace sui camion che arrivano alla discarica Sari fino che non sarà raggiunto il suo completo esaurimento”.
Cosi in una nota esprimono le loro posizioni Vittorio Cogliati Dezza e Michele Buonomo, rispettivamente presidente nazionale e regionale di Legambiente commentano gli incidenti a Terzigno lanciando un appello per fermare le violenze.
Verdiana Amorosi
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