Il Parlamento Europeo ha approvato in prima lettura la direttiva sugli shopper. Si tratta di un’importante vittoria per l’ambiente in Europa e di un riconoscimento per l’Italia, che ha rappresentato un vero e proprio modello per la riduzione dell’uso delle buste di plastica e per la raccolta differenziata dell’umido domestico.
Il Parlamento Europeo ha approvato in prima lettura la direttiva sugli shopper che mette al bando nel vecchio continente gli inquinanti sacchetti di plastica. Si tratta di un’importante vittoria per l’ambiente in Europa e di un riconoscimento per l’Italia, che ha rappresentato un vero e proprio modello per la riduzione dell’uso delle buste di plastica e per la raccolta differenziata dell’umido domestico.
L’Italia ha fatto scuola. Infatti, secondo i dati comunicati da Legambiente, in soli 3 anni, con l’entrata in vigore della legge di divieto degli shopper non compostabili, il nostro Paese ha dimezzato il consumo di sacchetti di plastica. L’Italia è diventata un Paese virtuoso, mentre in precedenza era lo Stato europeo che utilizzava di più i sacchetti usa-e-getta.
L’approvazione definitiva della direttiva dovrebbe avvenire nei prossimi mesi, nel corso della presidenza europea dell’Italia. A partire dall’esempio italiano, tutta l’Europa dovrebbe provare a fare a meno degli shopper usa-e-getta. Entro il 2019 l’Unione Europea dovrà tagliare dell’80% l’uso dei sacchetti della spesa di plastica leggera, che sono i più inquinanti e i più diffusi, come ha sottolineato il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani, che ha aggiunto che:
“In questo iter, che ha portato all’approvazione quasi unanime della direttiva, l’Italia ha avuto un ruolo importante dato che è stata un esempio virtuoso e ha fatto scuola in Europa proprio per la riduzione delle buste di plastica, per la lotta all’inquinamento marino da plastica e per l’uso dei sacchetti compostabili per la raccolta differenziata dell’umido domestico”.
Il voto europeo sugli shopper è una vittoria italiana. A sostenerlo è il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Ora toccherà all’Europa mettere al bando gli shopper sottili non biodegradabili, o comunque optare per una riduzione molto drastica del loro impiego:
“Quella del nostro Paese è stata una battaglia di avanguardia vincente che ci ha portato nel 2011 a vietare l’uso dei sacchetti di plastica inquinanti. Una legge che ha consentito di contrastare una fonte di inquinamento del territorio e del mare dagli effetti gravi anche sulla fauna, specie quella ittica. Oggi il modello italiano diventa modello europeo dando una mano all’ambiente e stimolando la filiera della chimica verde alla produzione e alla ricerca sui sacchetti di matrice organica, che rappresentano un’altra delle sfide virtuose della green economy“.
I deputati europei suggeriscono di ricorrere a imposte e tasse, restrizioni o divieti di commercializzazione per i sacchetti di plastica non biodegradabile che rappresentano un grave problema ambientale, soprattutto per l’inquinamento dei bacini idrici e degli ecosistemi acquatici. Gli Stati membri dovranno almeno dimezzare il consumo entro il 2017 e ridurlo del 80% due anni dopo – rispetto ai dati del 2010.
I sacchetti di plastica utilizzati per avvolgere alimenti come frutta, verdura e dolciumi dovranno essere sostituiti entro il 2019 da sacchetti di carta riciclata o da sacchetti biodegradabili e compostabili. La votazione del Parlamento in prima lettura permette che quanto discusso possa fare da base alle prossime negoziazioni.
Già nel 2011 l’UE aveva dato ragione all’Italia. Ora l’Europa sarà pronta a seguire il nostro esempio?
Marta Albè
Leggi anche:
Sacchetti di plastica addio: la UE dà ragione all’Italia. Europa pronta a seguire l’esempio?