La restituzione delle bottiglie usate potrebbe tornare in auge anche in Italia perché è stata presentata stamattina una proposta di legge proprio sul rilancio del vuoto a rendere.
“Aridateci il vuoto a rendere” così abbiamo titolato scherzosamente (e forse con un pizzico di romanità) un articolo di qualche tempo fa in cui spiegavamo i vantaggi (ma anche le perplessità) di quella che in molti paesi europei è ancora una pratica consolidata, mentre qui da noi solamente un vago ricordo. Ma la restituzione delle bottiglie usate potrebbe tornare in auge anche in Italia perché è stata presentata stamattina una proposta di legge proprio sul rilancio del vuoto a rendere.
A firmarla e a consegnarla ufficialmente presso la Sala Mercede della Camera dei deputati Antonio Mazzocchi, Questore della Camera dei Deputati e Fabio Gava, membro della X° Commissione Attivita’ Produttive, Commercio e Turismo.
“Il problema dei rifiuti è oggi una delle emergenze ambientali maggiormente sentite nel nostro Paese – spiegano Mazzocchi e Gava – l’impatto delle materie plastiche, soprattutto per quanto riguarda gli imballaggi usa e getta di alimenti e bevande, rappresenta una delle voci di inquinamento più rilevanti, mentre le bottiglie di vetro abbandonate sono spesso utilizzate come strumenti per atti vandalici“
La proposta di legge è frutto di tre anni di trattative, sperimentazioni e analisi all’interno del progetto “Vetro Indietro” portato avanti dalla Italgrob, la Federazione Italiana Grossisti e Distributori di Bevande in collaborazione con Fipe-Confcommercio e Legambiente, con l’obiettivo di promuovere e rilanciare il ritorno dei contenitori di vetro “a rendere” attraverso l’istituzione di vere e proprie filiere di recupero degli imballaggi, ma anche sistemi di cauzioni più moderni e soprattutto incentivi per i soggetti aderenti come ad esempio sgravi fiscali sulla Tarsu e dilazioni di pagamento dell’Iva.
“La presentazione di questa proposta di legge, già allo studio della VIII Commissione Ambiente della Camera, rappresenta per noi la prima significativa conquista dopo anni di intenso lavoro – commenta soddisfatto Giuseppe Cuzziol, presidente di Italgrob e del Comitato Vetro Indietro – un risultato che ci spinge a continuare con impegno nella sperimentazione sul campo“.
Il Comitato istituito ad hoc, di cui fanno parte anche aziende leader nel settore della produzione di bevande, a cominciare da Birra Peroni , Sanpellegrino e Pago, aveva portato avanti in questi anni con Savno, un progetto pilota nel trevigiano in cui si è sperimentato l’utilizzo del vuoto a rendere e analizzati i risultati grazie al supporto tecnico dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Constatando, così, “sul campo” i benefici connessi alla pratica del riuso delle bottiglie di vetro.
“Il confronto diretto tra il sistema standard di recupero del vetro e una apposita filiera orientata al riuso delle bottiglie – spiega Stefano Rossi, consulente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia – ha evidenziato come quest’ultima risulti vantaggiosa per i principali indicatori di impatto ambientale (consumo energetico ed effetto serra) già dai due o tre riutilizzi. L’aspetto potenzialmente più controverso riguarda i consumi d’acqua, che non risultano però necessariamente maggiori nel caso del riuso nonostante i lavaggi“.
Gli effettivi vantaggi sia in termini economici che ambientali verranno valutati più precisamente alla fine della sperimentazione prevista per dicembre 2009, al termine del quale si potrà essere in grado anche di quantificare la tariffa ottimale da applicare come incentivo per il sistema del vuoto a rendere.
Simona Falasca