Vita dura per i lupi alpini proprio nell'Anno della biodiversità. La Svizzera in questi giorni sta tentando di rivedere due convenzioni chiave che metterebbero a rischio le specie selvatiche sulle Alpi. Il parlamento elvetico, infatti, avrebbe votato la richiesta di modifica proprio della Convenzione di Berna che regola la protezione della vita selvatica e degli ambienti naturali in Europa.
A denunciarlo è il WWF Italia per la quale la richiesta elvetica di uscire dal trattato sarebbe dettata dalla volontà di rivedere la protezione del lupo, una delle specie animali simbolo della fauna alpina, che in tal modo diventerebbe specie “cacciabile” e porterebbe inevitabilmente all’abbattimento dei pochissimi esemplari ancora esistenti, provenienti quasi tutti dall’Italia.
Calcolando che la Svizzera è uno dei pochi paesi al mondo in cui i danni da predatore vengono rimborsati completamente e rapidamente dallo stato – che paga anche le opere di prevenzione dei danni – il problema sembrerebbe essere soprattutto culturale e dovuto ad una strumentalizzazione da parte di un segmento del mondo politico.
Come ci tiene a precisare il WWF in cun comunicato, infatti, “In Svizzera il lupo è una specie protetta sia da una legge federale sulla caccia del 1988 sia dalla stessa Convenzione di Berna del 1982. Il lupo è protetto anche in numerosi altri paesi europei. Grazie anche alle pressioni esercitate dal WWF Svizzera, già nel 2003 e 2006 fu respinta un’iniziativa parlamentare che richiedeva il declassamento dallo status di specie protetta per il lupo. Progetti a difesa delle greggi portati avanti dal WWF in questi anni hanno dimostrato la possibile convivenza tra attività umane e questo grande predatore, motivo per cui appare estremamente anacronistica la scelta di annullare oggi i benefici di anni di tutela“.
Ma non è tutto perché il Parlamento elvetico ha deciso di non ratificare i protocolli della Convenzione delle Alpi, il testo del 1991 firmato da tutti i paesi alpini per salvaguardare la fauna in via di estinzione.
“Si tratta di decisioni gravissime – ha dichiarato Fulco Pratesi, Presidente onorario del WWF Italia – attraverso le quali la Svizzera si isola dagli altri paesi alpini e dall’Europa proprio nell’Anno delle Biodiversità e getta un’ombra negativa su di sé e sulla propria immagine di paese verde e avanzato nelle politiche ambientali”.