Vulcani: ecco il radar laser che prevede le eruzioni

Un radar per prevedere le eruzioni vulcaniche. Nasce da un'idea tutta italiana "BILLI" (BrIdge voLcanic Lidar), un radar laser basato su una tecnologia che permette di misurare la concentrazione di Co2 nei gas vulcanici.

Un radar per prevedere le eruzioni vulcaniche. Nasce da un’idea tutta italiana “BILLI” (BrIdge voLcanic Lidar), un radar laser basato su una tecnologia che permette di misurare la concentrazione di Co2 nei gas vulcanici.

Messo a punto dall’ENEA, questo nuovo strumento consentirà un’operazione che con altre tecniche è lenta, pericolosa e complessa, ma con la quale si riuscirà a prevedere l’approssimarsi di un’eruzione vulcanica, potendo allertare in tempo le popolazioni delle zone circostanti.

Il radar, presentato a Monaco di Baviera presso l’Agenzia Aerospaziale tedesca, è in pratica capace di misurare rapidamente e a distanza il biossido di carbonio nei fumi, in modo da affinare i modelli di previsione delle eruzioni. Non più soltanto lo studio del magma, quindi, consentirà di prevenire un disastro.

Misurare il biossido di carbonio in pennacchi vulcanici è una sfida scientifica e tecnologica di estrema importanza. Infatti, è ormai assodato che le eruzioni sono precedute dall’aumento di questo gas nel fumo che esce dal cratere“, spiega Luca Fiorani del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia del Centro ENEA di Frascati che ha sviluppato il radar-laser.

Il laser-radar è stato svilppato nell’ambito del progetto europeo BRIDGE (Bridging the gap between gas emissions and geophysical observations at active Volcanoes) dell’European Research Council, coordinato dal Prof. Alessandro Aiuppa dell’Università di Palermo.

BILLI è in grado di misurare fino ad un chilometro di distanza e, grazie ad un sistema di specchi, il fascio laser può essere orientato in qualsiasi direzione, mirando con precisione la zona di pennacchio vulcanico da esaminare. Ma può essere anche utilizzato in ambienti ostili, dove si è appena verificato un incendio oppure o in contesti industriali o cittadini dove ci sono emissioni dovute a processi di combustione.

I primi test sul campo sono stati fatti alla solfatara di Pozzuoli con il supporto dei ricercatori del Laboratorio di Chimica Ambientale dell’ENEA del Centro Ricerche Portici.

Una misura del genere non era mai stata fatta in precedenza – osserva il Prof. Aiuppa – e il radar laser permetterà di effettuare scansioni dei pennacchi vulcanici, simili alle tomografie, con rapidità e continuità molto superiori a quelle ottenute finora, con lo scopo finale di sorvegliare le emissioni di fluidi dai vulcani attivi, comprenderne il comportamento, e contribuire alla previsione delle sue dinamiche“.

Insomma, prevedere un’eruzione sarebbe una gran cosa, considerando soprattutto che molti vulcani sono davvero temibili e provocherebbero disastri immani. E qui, ahimè, si aprirebbe tutto l’avvilente capitolo degli abusivismi edilizi e dei condoni e dei massacri che l’uomo ha inferto al territorio… (vedi area vesuviana).

Germana Carillo

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