Secondo Massimo Sapienza, fondatore dell'associazione Sos Rinnovabili, la riduzione degli incentivi per il fotovoltaico potrebbe avere pesanti conseguenze sull'occupazione
Quinto Conto Energia. Nonostante da più parti il mondo politico cerchi di smorzare i toni sul dibattito accesso dalla presunta bozza del decreto sul fotovoltaico, non si placano le polemiche. Ormai non importa più a molti se il testo della bozza sia nato all’interno di Enel, che sta indagando, o altrove. Il punto cruciale riguarda il calo drastico del budget messo a disposizione per i nuovi incentivi al fotovoltaico, all’indomani della fine degli effetti del Quarto conto energia.
Ieri con una nota, il Ministero dello Sviluppo Economico, chiamato in causa insieme al Governo dalle associazioni, ha dato la smentita ufficiale: “La notizia circolata su alcuni organi di stampa secondo cui Enel avrebbe inviato al Mise una bozza di decreto relativa agli incentivi per il fotovoltaico è, ovviamente, del tutto infondata“.
Anche Enel lo ha fatto, spiegando che è “in corso una indagine interna informatica per verificare eventuali manipolazioni che attribuirebbero a collaboratori dell’azienda l’origine del file pubblicato su alcuni quotidiani online“. Intanto, in occasione della presentazione del rapporto Legambiente sui Comuni rinnovabili, Clini ha assicurato che si sta già valutando il futuro del settore fotovoltaico: “La disseminazione nazionale delle piccole e medie utenze è il modello su cui vogliamo puntare nella preparazione dei decreti e del Quinto conto energia“. Inoltre, il ministro spera anche “nella preparazione in qualche giorno dei decreti” attuativi sulle rinnovabili non fotovoltaiche.
Sulla questione è intervenuto anche Massimo Sapienza, fondatore dell’associazione Sos Rinnovabili, che ha accusato il Governo di stare lavorando senza consultare le associazioni: “La lobby industriale da qualche mese sta lavorando contro il settore, e i ministeri stanno decidendo senza chiamare al tavolo le associazioni. A settembre doveva uscire il decreto per biomasse ed eolico e siamo a marzo, e nulla se ne sa“.
Secondo Sapienza, inoltre, esisterebbero ben tre bozze: “Si potrebbe pensare male, sono tutte e tre negative per il settore, e i risultati li hanno già dati, ci sono aziende compromesse, piccoli imprenditori che ormai devono chiudere. Il mercato legge i giornali, e legge soprattutto le intenzioni del governo e si regola di conseguenza…“.
Il timore è che le aziende possono trovarsi “di fronte al fatto compiuto” e si pensa anche ai 25 mila posti di lavoro che andrebbero perduti qualora il fotovoltaico non fosse tutelato. Un fiore all’occhiello del nostro paese, quello dell’energia prodotta grazie al sole, che ci pone in testa ai vertici mondiali.
Per questo, secondo Ermete Realacci, responsabile all’ambiente e energia del PD, occorre difendere il settore: “La scommessa sulle rinnovabili trova nei Comuni straordinari alleati. Come dimostra il rapporto Comuni rinnovabili 2012 presentato da Legambiente la produzione di energia da fonti pulite nei comuni italiani è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni: un fronte importante non solo per contribuire al fabbisogno energetico del paese, ma che può rappresentare anche una fonte di reddito significativa per i comuni italiani. Ci auguriamo – ha aggiunto Realacci – che il Governo lo capisca e agisca di conseguenza, dando certezze e favorendo lo sviluppo di un modello energetico distribuito ed efficiente“.
Francesca Mancuso