In questi giorni caratterizzati da un intenso dibattito sul decreto Romani e sulle energie rinnovabili, in particolare sul fotovoltaico, si cita spesso in attesa del quarto conto energia, il modello tedesco, un modello di incentivazione al fotovoltaico che prevede la diminuzione delle tariffe secondo un modello a saglioni ben preciso. Nel calcolare l'ammontare di riduzione della tariffa si tiene conto anche della produzione mondiale di pannelli e celle fotovoltaiche, in costante aumento. Ciò, infatti, provoca un aumento dell'offerta con una conseguente diminuzione dei prezzi, vista la maggiore abbondanza di materiale. Ma quanti pannelli fotovoltaici si producono annualmente ?
In questi giorni caratterizzati da un intenso dibattito sul decreto Romani e sulle energie rinnovabili, in particolare sul fotovoltaico, si cita spesso in attesa del quarto conto energia, il modello tedesco, un modello di incentivazione al fotovoltaico che prevede la diminuzione delle tariffe secondo un modello a saglioni ben preciso. Nel calcolare l’ammontare di riduzione della tariffa si tiene conto anche della produzione mondiale di pannelli e celle fotovoltaiche, in costante aumento. Ciò, infatti, provoca un aumento dell’offerta con una conseguente diminuzione dei prezzi, vista la maggiore abbondanza di materiale.
Ma quanti pannelli fotovoltaici si producono annualmente ?
Secondo le stime del laboratorio di PHOTON International, la produzione mondiale di celle fotovoltaiche nel 2010 sarebbe più che raddoppiata rispetto all’anno precedente: l’incremento, infatti, sarebbe del 118 per cento, per una potenza pari a 27,2 gigawatt.
Si tratta dell‘incremento produttivo più alto da quando PHOTON ha avviato i rilevamenti, nel 1999. La cifra, poi, sarebbe destinata a crescere ulterioremene nel corso del 2011, fino a raggiungere un potenziale di 50 gigawatt di potenza equivalente, secondo gli studiosi di PHOTON International, a quella di sei reattori nucleari: «Il fotovoltaico è una soluzione praticabile già oggi e può generare corrente elettrica agli stessi costi dell’eolico off-shore – afferma Michael Schmela, direttore di PHOTON International, che continua: «L’industria del fotovoltaico è pronta da subito ad assumersi la responsabilità di sostituire una fonte energetica così pericolosa come il nucleare. Il solare, che ha dimostrato di potersi sviluppare rapidamente e che si sta diffondendo sempre più, è molto meno costoso di quantola gente pensi».
Per dare un’idea: i 27,2 gigawatt di celle prodotte lo scorso anno potrebbero generare all’incirca quanto 27 reattori nucleari. L’elettricità da fonte fotovoltaica producibile da queste celle in un anno sarebbe pari a circa 27 terawattora (TWh, ovvero miliardi di chilowattora), se i relativi moduli fossero installati da oggi in uno dei mercati di riferimento del fotovoltaico. «Persino in un Paese con irraggiamento solare relativamente modesto come la Germania, mercato leader in questo campo, un tale quantitativo sarebbe sufficiente a sostituire la produzione di circa tre reattori – afferma Schmela. – Se, per quest’anno, poi, dovessero andare in porto i piani formulati dall’industria del fotovoltaico, in Germania si potrebbe generare tanta corrente quanta sarebbero in grado di produrre sei centrali nucleari e in Italia si potrebbe addirittura livellare completamente il picco estivo del fabbisogno energetico».
Forse Angela Merkel, che pure aveva avviato un ulteriore ripensamento sul nucleare dopo la tragedia giapponese, avrebbe dovuto tenere maggiormente di conto di tali dati, vista anche la recente sconfitta elettorale del suo partito (la CDU) nelle elezioni in Baden Württemberg e Renania-Palatinato, dove ha acquistato molti consensi il locale partito dei Verdi.
Secondo Schmela, dunque: «Tutto quel che occorre, per incrementare rapidamente la quota di energia solare nel mixenergetico globale, sono livelli di incentivi modesti e sostenibili». Gli impianti fotovoltaici tedeschi di grande taglia possono già generare corrente al costo di circa 15 centesimi di euro per chilowattora, che equivale alle tariffe incentivanti per l’eolico «off-shore».
E in Italia? Secondo Schmela nel nostro Mezzogiorno per gli impianti di taglio industriale sarebbero sufficienti tariffe di soli 12 centesimi per chilowattora, al posto degli attuali 33 centesimi di euro. «L’immagine di un’energia fotovoltaica costosa è ormai datata – afferma Schmela. – Oggi che i governi stanno ripensando le strategie di approvvigionamento energetico, a seguito dell’incidente nucleare di Fukushima, è necessario che vadano oltre al gas naturale e all’eolico, provvedendo a integrare il fotovoltaico nello scenario delle fonti alternative».
Chissà se il nostro Governo ne terrà conto…
Andrea Marchetti
Scarica l’articolo completo del Photon International (in inglese)
Leggi tutti i nostri articoli sugli incentivi al fotovoltaico
Leggi tutti i nostri articoli sul Decreto Romani
Leggi tutti i nostri articoli sul Quarto Conto Energia