Aumenti in bolletta: ecco perché non è colpa delle rinnovabili

Lo ha affermato di recente lo stesso Ministro dell’Ambiente Corrado Clini: gli incentivi alle energie rinnovabili non rappresentano il peso più importante nei costi della bolletta elettrica degli italiani. Il parere del Ministro è condiviso dal Comitato IFI (Comitato Industrie Fotovoltaiche Italiane) e confermato dalle analisi condotte da Assosolare (Associazione Nazionale dell’Industria Solare Fotovoltaica) e da GIFI/ANIE (Gruppo Imprese fotovoltaiche Italiane/Federazione Nazionale Imprese Elettroniche ed Elettriche).

Lo ha affermato di recente lo stesso Ministro dell’Ambiente Corrado Clini: gli incentivi alle energie rinnovabili non rappresentano il peso più importante nei costi della bolletta elettrica degli italiani. Il parere del Ministro è condiviso dal Comitato IFI (Comitato Industrie Fotovoltaiche Italiane) e confermato dalle analisi condotte da Assosolare (Associazione Nazionale dell’Industria Solare Fotovoltaica) e da GIFI/ANIE (Gruppo Imprese fotovoltaiche Italiane/Federazione Nazionale Imprese Elettroniche ed Elettriche).

Secondo il Ministro, il settore del fotovoltaico ha un enorme potenziale di sviluppo, per il quale sarebbero necessari maggiori investimenti nella ricerca, con particolare riferimento alle nuove tecnologie rinnovabili, al fine di favorire la produzione di energia pulita e la sua conseguente messa in rete. Nella visione di Clini, in futuro il fotovoltaico non dovrà essere soltanto più diffuso, ma avere realmente un’estensione ampia e capillare in tutto il Paese. Investire ora sul fotovoltaico, dunque, significherebbe risparmiare in futuro. Il vicepresidente di IFI, Alessandro Cremonesi, ha reagito positivamente alle affermazioni da parte del Ministro, sostenendo che:

“Gli incentivi sono un investimento che ha un ritorno certo per lo sviluppo del sistema paese, in un momento in cui la ripresa è quanto mai necessaria. Riteniamo che queste risorse, anziché andare disperse a vantaggio di posizioni speculative e di produzioni extraeuropee, dovrebbero essere utilizzate per favorire un modello di sviluppo del fotovoltaico, che stimoli la competenza e le eccellenze del nostro sistema-paese, e la volontà di essere leader nella ricerca e nello sviluppo. Proprio nella ricerca tecnologica c’è un potenziale di crescita stabile e di medio-lungo periodo, estremamente significativo e da tenere maggiormente in considerazione”.

Assosolare si è occupata di svolgere un’analisi alla luce dei dati resi noti dall’AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas) relativi ad un incremento del prezzo dell’elettricità nei primi tre mesi del 2012. L’aumento dei costi per i consumatori non sarebbe imputabile al solo fotovoltaico, bensì a diversi altri fattori. Dalle valutazioni effettuate da Assosolare è infatti emerso che attualmente la spesa annuale delle famiglie italiane per il sostegno al fotovoltaico si assesta al 7% e raggiungerebbe il 10% con l’approvazione dei provvedimenti previsti dalle autorità. La spesa attuale aumenterebbe dunque solamente del 3%.

A destare la preoccupazione dei cittadini dovrebbe essere invece l’aumento del prezzo dell’energia proveniente da fonti convenzionali, il quale non soltanto sarebbe destinato a subire l’influsso delle future ed imprevedibili condizioni geopolitiche, ma anche ad essere presto ulteriormente incrementato. Dal 2013 esso infatti sarà gravato da un onere relativo all’emissione di Co2, che provocherà un aumento delle spese per le famiglie di circa 15 euro all’anno.

Secondo Valerio Natalizia, presidente di GIFI/ANIE, per il 2012 la spesa media delle famiglie italiane per l’energia elettrica sarà di 467 euro, dei quali non più di 32 saranno impegnati per incentivate il fotovoltaico. Secondo i calcoli effettuati da ANIE/GIFI, l’aumento stabilito del 4,9% del kilowattora, rispetto all’ultimo trimestre del 2011, è imputabile al fotovoltaico per meno del 30%, a fronte del circa 70% imputabile alla variazione del costo dei combustibili fossili.

È infine importante ricordare che, nell’anno appena trascorso, il fotovoltaico ha contribuito per circa il 3% alla copertura del fabbisogno nazionale di energia elettrica, evitando almeno in parte la necessità di importare energia dall’estero. Si tratta di un contributo in ogni caso non trascurabile, nonostante la percentuale appaia ancora piuttosto bassa, che si spera possa essere incrementato nel prossimo futuro, per favorire una maggiore autonomia energetica del nostro Paese.

Marta Albè

 

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram