Gli impianti fotovoltaici galleggianti utilizzano l'acqua come superficie di appoggio, risolvendo così il problema della collocazione. Abbiamo scelto i 5 migliori progetti nel mondo
Uno degli svantaggi principali del fotovoltaico è la collocazione: servono superfici abbastanza ampie per sistemare i pannelli in modo ottimale, in modo, cioè, che rendano al massimo. Di solito si utilizzano i tetti delle abitazioni, ma abbiamo visto che anche le pensiline dei parcheggi vanno bene. In linea teorica, comunque, ogni area, anche quelle verticali, può essere ricoperta di moduli fotovoltaici, e già da ora gli ingegneri di tutto il mondo si stanno sbizzarrendo per trovare materiali innovativi e idee rivoluzionarie.
Tra queste ultime ci sono senza dubbio gli impianti fotovoltaici galleggianti, che utilizzano l’acqua come superficie di appoggio, risolvendo così il problema della collocazione. È un campo ancora inesplorato, in cui noi di greenme.it cercheremo di guidarvi con un breve giro del mondo in 5 tappe. Cominciamo dal nostro paese.
1) Si trova a Solarolo (provincia di Ravenna) ed è entrato in funzione il 2 dicembre 2009. Firmato Enerdaiet s.r.l., azienda di Cisternino, l’impianto è formato da un unico modulo di circa 25 metri di diametro, posizionato nel lago adiacente alla centrale del Consorzio per il canale Emiliano Romagnolo (CER), che si occupa di bonifica di secondo grado. Il progetto, denominato Loto per analogia con la pianta acquatica, è stato il primo di questo tipo in Europa, ed è funzionale all’installazione presso bacini d’acqua o mare aperto poiché presenta un elevato grado di integrazione ambientale, non toglie spazio alle coltivazioni e in alcuni casi riduce l’evaporazione dei bacini stessi. Un impianto simile verrà realizzato, sempre da Enerdaiet s.r.l. che lo ha presentato ufficialmente al Solarexpo di Verona, anche ad Avetrana, in provincia di Taranto.
2) Altro che Far Niente. L’omonima azienda vitivinicola californiana soddisfa da qualche anno il proprio fabbisogno energetico grazie a mille pannelli fotovoltaici posizionati nel proprio stagno (dal quale attinge l’acqua per l’irrigazione), in modo da non sottrarre terreno alla coltivazione dei vigneti. Questa volta il progetto si chiama Flotovoltaics ed è stato realizzato dalla Thompson Technology Industries (TTi).
3) Ci spostiamo adesso ancora più a Ovest, in Giappone, dove il team giapponese della Kyushu University ha progettato Floating Power Plant, un impianto composto di unità galleggianti di forma esagonale all’interno delle quali verranno sistemati generatori eolici e fotovoltaici di circa sei metri quadrati. Poiché è pensato per un’installazione in mare, il materiale utilizzato per tali unità, molto leggero, sarà ben 10 volte più resistente alla ruggine rispetto al comune acciaio. Il progetto prevede inoltre l’utilizzo di luci a LED per favorire la crescita del fitoplancton, un’alga in grado di assorbire l’anidride carbonica grazie a una sorta di fotosintesi. Quando si dice pensare a tutto…
4) Rimaniamo in Asia, questa volta negli Emirati Arabi Uniti, per la precisione a Ras al-Khaimah. Si trova qui, a galleggio sul mare del Golfo Persico, una struttura davvero innovativa, dall’eloquente nome di Solar Island.
Il piccolo stato mediorientale che l’ha commissionata, a causa della mancanza di spazio sulla terraferma, ha scelto appunto un’intera “isola”, alta 20 metri e dal diametro di un chilometro, interamente ricoperta da pannelli fotovoltaici in grado di orientarsi, grazie all’utilizzo di svariati motori, per catturare il maggior irragiamento solare a disposizione. Il progetto, opera del Centro di Elettronica e Microtecnologia di Neuchatel (Svizzera), è in grado di produrre fino a 2,2 GWh all’anno, con picchi di potenza pari a circa 1 MW.
5) Torniamo infine in Europa, a Glasgow. La città scozzese è sede di un curioso esperimento, vincitore tra l’altro dell’International Design Award 2008 (categoria Land and Sea): si tratta delle Solar lily pad progettate dallo studio ZM Architecture, piccole “isole” dall’aspetto di ninfe poste lungo il Glasgow’s River Clyde, facili da trasportare, smontare, molto efficienti e soprattutto – aspetto non da poco – esteticamente… carine!
Bene, il tour virtuale si conclude qui. Chissà, tra qualche decennio questi progetti ci sembreranno obsoleti e superati, e magari le 5 scelte ci porteranno non più a spasso per la terra, ma a spasso per l’universo. Lassù, in fondo, il sole è ancora più vicino.