A Roma l’inquinamento dell’aria dato dalle polveri sottili provoca ogni anno la morte di ben 1.278 persone. È quanto emerge dallo studio europeo Aphekom, presentato ieri a Parigi, che ha calcolato i benefici che si potrebbero ottenere sulla salute dei cittadini (e sulle spese sanitarie) riducendo le emissioni nelle grandi e piccole città d’Europa.
A Roma l’inquinamento dell’aria dato dalle polveri sottili provoca ogni anno la morte di ben 1.278 persone. È quanto emerge dallo studio europeo Aphekom, presentato ieri a Parigi, che ha calcolato i benefici che si potrebbero ottenere sulla salute dei cittadini (e sulle spese sanitarie) riducendo le emissioni nelle grandi e piccole città d’Europa.
Dopo la ricerca dell’OMS che stima come lo smog riduca di 9 mesi la vita dei cittadini italiani, arriva un’ultriore conferma dell’impatto dello smog sulla salute. Dall’analisi europea emerge, infatti, che il traffico urbano toglierebbe mediamente un anno di vita ad ogni cittadino, deteriorando sensibilmente lo stato di salute.
Quello dell’ Aphekom è un vero e proprio grido d’allarme, perché gli effetti dei fattori inquinanti (e in particolare delle polveri sottili) provoca effetti nefasti ai cittadini che vivono in città e in zone industrializzate.
Secondo l’analisi effettuata da 60 scienziati in 12 Paesi d’Europa, abbassando il livello delle PM2,5 (ovvero le micro particelle pericolose rilasciate dai tubi di scarico e dalle industruie) ai 10 microgrammi per metro cubo suggeriti dalle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ogni anno si eviterebbero centinaia e centinaia di morti e si ridurrebbe anche il tasso di malattie respiratorie che oggi tendono ad aumentare a ritmo sostenuto.
In molte città europee, il livello delle PM2,5 supera di gran lunga i limiti fissati dall’OMS e nella Capitale, in particolare, ha raggiunto addirittura il doppio del tetto massimo consigliato.
“A Roma il 23% dei residenti vive a meno di 75 metri da una strada ad alto traffico – è scritto nel rapporto finale – I risultati dello studio mostrano che l’11% dei casi di aggravamento di asma nei bambini, il 18% di problemi acuti negli anziani affetti da bronco pneumopatia cronico ostruttiva, e il 23% di problemi acuti negli anziani malati di malattie coronariche possano essere attribuiti al forte inquinamento nell’area di residenza“.
Se a Roma si riuscisse ad ottenere una riduzione delle polveri ultrasottili pari a 5 microgrammi per metro cubo – ha fatto sapere il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario della Regione Lazio che ha raccolto e studiato i dati – si eviterebbero i 1280 morti all’anno attualmente registrati, ogni cittadino sopra i 30 anni guadagnerebbe circa un anno di vita e sul lungo termine si risparmierebbero 2 miliardi di euro di costi sanitari.
Ma non è tutto: oggi la situazione più grave è in Pianura Padana, dove – secondo lo studio – in assenza di interventi immediati e mirati, la media annuale dei morti per smog potrebbe toccare le 7.000 unità!